Eredità Agnelli, scontro sui quadri: l'indagine trasmessa a Torino

Questa mattina i legali di Margherita hanno inviato una lettera a Stellantis, società presieduta da John Elkann, rivendicando la proprietà delle 13 opere contestate. Non si è fatta attendere la risposta degli avvocati dei tre figli.

Stellantis aiuti di Stato
John Elkann, presidente di Stellantis (Foto: Ufficio stampa Stellantis)

Continua a tenere banco la questione quadri nel complesso contenzioso intorno all’eredità di Gianni Agnelli e di sua moglie Marella Caracciolo. In queste ore, la Procura di Milano ha trasmesso per competenza a quella di Torino gli atti dell’indagine sulle 13 opere d’arte, parte del tesoro lasciato dall’Avvocato che un tempo arredavano Villa Frescot e Villar Perosa e una residenza di famiglia a Roma, e ora sono state reclamate dalla figlia Margherita, che la vede al centro del contenzioso con i propri figli John, Lapo e Ginevra Elkann.

Il pm Cristian Barilli e il procuratore aggiunto Eugenio Fusco nei giorni scorsi hanno firmato il provvedimento con cui hanno disposto l’invio di tutte le risultanze istruttorie sulla vicenda, parallela a quella principale su cui stanno indagando i pm torinesi, compresi gli ultimi approfondimenti chiesti dal gip milanese Lidia Catellucci, tra cui le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, le quali si sono occupate degli inventari dei beni ereditati. Le due signore, assieme a una terza persona, ai tempi al servizio della moglie dell’Avvocato, hanno ricostruito che quelle tele erano alle pareti dell’appartamento romano a Palazzo Albertini-Carandini, di cui Margherita ha la nuda proprietà, e che furono poi donate ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra dalla nonna.

Una giornata intensa quella di oggi in merito ai quadri contesi che è iniziata quando i legali di Margherita Agnelli hanno inviato una lettera a Stellantis, società guidate dal figlio John, per chiedere «documentazione relativa al titolo in base al quale FCA Partecipazioni detenga opere d’arte e beni di terzi, compresi gli originali di alcune di quelle» che lei stessa ritiene di sua proprietà e che sono state ritrovate dalla Gdf nei dell’Archivio Centro Congressi del Lingotto. La lettera, tradotta anche in inglese, è stata scritta dall’avvocato Dario Trevisan.

E poiché Margherita ritiene che le opere d’arte di cui ha denunciato la scomparsa siano di sua proprietà nella lettera, indirizzata alle società guidate dal suo primogenito e firmata dal suo legale, scrive : «riservandoci di adottare le misure che riterremo opportune nei confronti di FCA Partecipazioni e dei suoi organi e/o della sua controllante Stellantis Europe S.p.A. e/o della capogruppo Stellantis N.V. quotata al New York Stock Exchange (NYSE), su Euronext Milan e su Euronext Paris (di cui è Presidente John Elkann) e che svolge su di esse attività di direzione e coordinamento, Vi chiediamo sin da ora di fornire documentazione relativa al titolo in base al quale FCA Partecipazioni detenga opere d’arte e beni di terzi, compresi gli originali di alcune di quelle di proprietà di Margherita Agnelli in de Pahlen oggetto di sparizione. Restiamo in attesa di una tempestiva risposta che chiederemmo sia inoltrata in copia anche all’ Autoriteit Financiële Markt, per quanto di sua competenza».

Non si è fatta attendere la risposta dei legali di John, Lapo e Ginevra: «Margherita Agnelli in De Pahlen non può vantare alcun diritto di proprietà sui quadri menzionati dal suo legale, in quanto le tele in questione erano di proprietà personale di Donna Marella Caracciolo, sulla cui eredità, come è noto, la figlia Margherita non ha alcun diritto. Da quanto riportato nei giorni scorsi dagli organi di informazione, l’inchiesta milanese originata dall’esposto a cui fa cenno il legale di Margherita si sarebbe conclusa con un’annotazione della Guardia di Finanza che non ha rilevato alcuna sparizione né movimentazioni illecite. La legittimità dell’operato dei nostri assistiti è quindi indiscutibile».

Gli originali dei quadri, tra cui un Monet, un De Chirico e un Balla, nell’ambito dell’inchiesta istruita dalla Procura di Torino sono stati ritrovati dalle Fiamme Gialle, come riporta la missiva inviata a Fca Partecipazioni S.p.A, Stellantis Europe S.p.A. e Stellantis N.V., «presso la sede di FCA Partecipazioni – Centro Congressi Lingotto, in particolare, presso i locali dell'”Archivio Centro Congressi” al piano -1 (interrato)».