Rai, Paola Ferrari: «Sarà l’ultimo Europeo: tra tre anni andrò in pensione»

«Mi impegno sempre, poi posso avere qualcuno in più che mi apprezza o che non tifa per me, al di là di qualsiasi colore», le parole della conduttrice.

Paola Ferrari ultimo Europeo
(Foto: Andrea Staccioli / Deepbluemedia / Insidefoto)

Un titolo scaramantico, Notti europee, «che abbiamo scelto per ricordare le Notti magiche». La conduttrice Rai Paola Ferrari parla così – in un’intervista a La Repubblica – a pochi giorni dal via del suo impegno con la tv di Stato, per raccontare l’Europeo che andrà in scena in Germania.

«L’Italia debutta sabato, noi partiamo subito con Marco Mazzocchi, il mio campione del mondo preferito, Fulvio Collovati, Tony Damascelli e Eraldo Pecci. Speriamo che l’Italia diverta e ci metta il cuore; siamo pronti a condividere le emozioni. Quando vai in onda tutti i giorni diventi un amico del pubblico. Rai Sport col mio direttore Jacopo Volpi ha una gran bella estate: gli Europei di calcio, le Olimpiadi di Parigi e le Paralimpiadi su Rai 2 che hanno la stessa dignità. Lo sport supera tutte le barriere, deve essere inclusivo», ha spiegato Ferrari.

Sulle aspettative per la Nazionale, «bisogna vedere se ha cuore e passione, fattori che Spalletti sta cercando. Quello che ha fatto vincere l’Italia tre anni fa è stato il cuore: uomo chiave Gianluca Vialli. Col suo coraggio è stato un esempio». Poi, un ricordo di Gianluca Vialli: «Ha regalato alla squadra tutti i valori che incarnava, si era creata un’alchimia. Arrivavamo dagli anni del covid, c’era la voglia di stare insieme, la gente cantava per le strade. L’ex ct Mancini aveva al suo fianco l’amico di una vita, e Gianluca è stato l’ingrediente determinante per un gruppo che ha vinto contro tutto e contro tutti».

Un pensiero anche su Spalletti e sulla sua rosa: «Ha una discreta squadra, ma non vedo la magia dello stare insieme. Spalletti ha un carattere spigoloso, mi ha conquistato quando ha vinto lo scudetto con il Napoli. Un rapporto incredibile con i tifosi, un amore esagerato: è stato bravo. Anche dal punto di vista umano mi è sembrato che avesse delle corde in più. Adesso è alla prova più importante».

Passando al rapporto professionale con la Rai, questo Europeo «sarà l’ultimo, fra tre anni smetto e andrò in pensione. L’Europeo, come le Olimpiadi e i Mondiali rappresenta un momento in cui lo sport va oltre la prestazione, i valori sono esaltati. Entro in un modo, esco in un altro, è coinvolgente. Una prova fisica e un’immersione nei sentimenti».

In chiusura, una battuta sulla Rai gestita dal governo Meloni: «Ho vissuto in Rai i cambiamenti che avvenivano, le nomine sono del ministero del Tesoro, e non vedo niente di diverso. Noi dello sport viviamo in un’isola. Mi impegno sempre, poi posso avere qualcuno in più che mi apprezza o che non tifa per me, al di là di qualsiasi colore».