La tassazione nel betting e nel betting exchange: chiarimenti sugli oneri fiscali

Come funziona la tassazione nel mondo delle scommesse e del betting exchange: eventuali oneri fiscali e obblighi di dichiarare i profitti.

Tasse scommesse
(Photo Zucchi Insidefoto)

Le scommesse sportive sono tassate? E l’attività di trading sportivo sui betting exchange? Queste attività stanno acquisendo sempre più popolarità in Italia. Parallelamente, cresce l’esigenza di comprendere le implicazioni fiscali legate a tali attività. Questo articolo esplora in dettaglio la tassazione nel mondo delle scommesse e del betting exchange, analizzando gli oneri fiscali e l’eventuale necessità di dichiarare i profitti.

La tassazione su queste tipologie di scommesse risulta nettamente più vantaggiosa rispetto ad altre forme di investimento finanziario come azioni, forex e criptovalute.

Le scommesse sportive sono tassate? Ecco cosa dice la normativa

Nelle scommesse effettuate presso agenzie fisiche o online autorizzate dall’Agenzia Dogane Monopli (ADM), il giocatore non sostiene alcuna tassazione diretta. Le vincite gli vengono corrisposte integralmente, senza ulteriori oneri fiscali. L’intera tassazione grava sui concessionari autorizzati.

Il bookmaker, per operare in Italia, deve pagare un canone di concessione governativa e una tassa pari a circa il 24% della differenza tra l’importo complessivo giocato dai clienti e le vincite erogate. Al termine di ogni periodo d’imposta, l’ADM calcola tale differenza e applica la percentuale di tassazione prevista.

Il bookmaker versa le imposte direttamente allo Stato tramite l’ADM, liberando così il giocatore da qualsiasi incombenza fiscale. Le vincite, siano esse derivanti da scommesse singole o multiple, sono nette e immediatamente spendibili.

La tassazione sui betting exchange

La tassazione nel betting exchange, attività svolta esclusivamente online, segue una modalità leggermente diversa. Confrontando la tassazione del trading sportivo con altre forme di investimento, questa risulta la più vantaggiosa, con un’imposta dell’1% sull’importo vinto.

Nel betting exchange, il cliente paga una commissione sul profitto realizzato, che varia a seconda dell’operatore scelto. In Italia, i principali operatori sono Betfair e Betflag. Ad esempio, Betfair applica una commissione fissa del 4,5% sui profitti, addebitata al cliente al termine dell’evento. In caso di perdita, non vengono addebitate commissioni.

L’operatore della piattaforma, in veste di sostituto d’imposta, versa il 20% delle commissioni incassate come tassazione allo Stato. Il cliente non deve dichiarare le vincite, in quanto le imposte sono già state assolte dal gestore.

Le scommesse sportive sono tassate? Considerazioni finali

In Italia, sia per le scommesse tradizionali sia per il betting exchange, il giocatore è sgravato da qualsiasi incombenza fiscale sulle vincite, purché operi con operatori autorizzati dall’ADM. Pertanto, il giocatore può concentrarsi esclusivamente sulla propria formazione e sulle strategie per ottenere profitti, libero da qualsiasi onere fiscale o tributario.

Le autorità fiscali ricevono direttamente dai gestori tutte le informazioni sui movimenti e sulle relative tasse pagate. Ciò consente al giocatore di spendere liberamente le vincite, essendo queste già tassate a monte.