De Siervo: «I progetti dei nuovi stadi non sono speculazione edilizia»

«A ottobre 2026, la UEFA verificherà stato avanzamento lavori per EURO 2032. Se non dimostreremo di sapere trasformare le nostre strutture quella parte di europeo verrà ritirata», ha ammesso l’Ad della Lega Serie A.

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Luigi De Siervo (Photo by Andrea Staccioli / Insidefoto)

Continua il Festival della Serie A con il suo secondo giorno fatto di appuntamenti e interventi degli esponenti del calcio italiano e che domani, domenica 9 giugno, vedrà protagonista anche Calcio e Finanza.

All’evento, organizzato dalla Lega Serie A, non poteva mancare l’amministratore delegato del massimo campionato italiano, Luigi De Siervo. Tanti i temi toccati dall’ad. In primis EURO 2032, torneo che l’Italia è chiamata a organizzare insieme alla Turchia.

Il dossier più importante riguarda gli stadi. E in merito De Siervo ha commentato. «È l’unica sfida che non possiamo permetterci di perdere. Siamo all’ultima chiamata, abbiamo una finestra temporale che si sta assottigliando. Il d-day è ottobre 2026, quando la UEFA verificherà stato avanzamento lavori sui vari stadi. Se non dimostreremo di sapere trasformare le nostre strutture quella parte di europeo verrà ritirata. Su una battaglia cosi complessa non si può essere ottimisti, significherebbe essere irresponsabili».

«Devo ringraziare Abodi, che sta dando sostegno e spinta – ha continuato De Siervo –. Non vogliamo attribuire colpe a qualcuno, ma vogliamo stringere. Non stiamo aggredendo o attaccando nessuno ma siamo davvero alla campanella dell’ultimo giro. Ci sono le risorse, dobbiamo tutti farci carico delle responsabilità sapendo che non ci sarà extratime. Il problema è strutturale nel Paese, a partire dalla burocrazia. Como e Venezia sono stadi in posti bellissimi ma che oggi non possono ospitare le partite di Serie A. L’atteggiamento terribile è che le squadre di Serie B non programmano gli investimenti infrastrutturali, con tutto quello che ne consegue anche a livello di ordine pubblico».

Sul ruolo della Lega: «Abbiamo scelto una strada per cui entreremo in punta di piedi nelle situazioni dei club, ma ci mettiamo a disposizione per essere il facilitatore nei rapporti. Dobbiamo continuare a spiegare che questo non venga derubricato come sia tutto una speculazione edilizia. Siamo connessi con la città in cui lo stadio è radicato, è un percorso complesso. La campanella che è suonata deve motivare tutti a fare il tutto possibile, è qualcosa di necessario. Il gap maggiore che ho quando vendo diritti tv all’estero è sulle infrastrutture, è qualcosa che incide dal colore dell’erba alle tribune vuote come impatto visivo».