Campoccia (Udinese): «Noi e l'Atalanta le uniche medio-piccole a pensare allo stadio»

«E lo abbiamo fatto senza consumare un metroquadrato di nuovo terreno. Il tema della sostenibilità deve diventare centrale», ha aggiunto il vice-presidente dei friulani.

tifosi udinese
I tifosi dell'Udinese al Bluenergy Stadium (Photo by Timothy Rogers/Getty Images)

In occasione della seconda giornata del Festival della Serie A è intervenuto anche Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese di cui è anche il legale.

«Grazie all’attenzione che la Serie A sta mettendo sul tema degli stadi, è una delle questione che manifesta la distanza rispetto alle altre leghe nonostante le performance sportive – ha esordito Campoccia –. L’Udinese insieme all’Atalanta sono le uniche medio-piccole che hanno avuto coraggio di pensare a questo asset come punto centrale. È una società che per 30 anni ha saputo competere con la grandi corazzate garantendo però una stabilità economica nei ricavi, un ammortamento così lungo necessità di stabilità nei flussi e lo yo-yo tra A e B resta uno delle principali problematiche. Una volta superato questo dubbio, deve portare avanti il progetto con professionalità e convinzione, vista la battaglia sulla burocrazia: si parla di orticello e di miopia della gestione che ho visto sulla mia pelle, abbiamo dovuto litigare in tutte le sedi. Da 10-15 anni abbiamo un ufficio che lavora per liberarci dalla burocrazia ed è surreale, in un momento in cui l’Udinese non ha avuto bisogno di Europei o tornei né PNRR, ma ha avuto solo grande coraggio».

«Il primo tema sostenibilità, non bisogna consumare terreno – ha continuato Campoccia –. Non è vissuto come uno degli elementi fondamentali e sempre più deve diventare il centro del discorso, capendo che il territorio non può essere devastato ancora. Non abbiamo consumato un solo metroquadro, lo abbiamo rigenerato nell’alveo dello stadio precedente».

Ancora sulla sostenibilità: «Non deve essere un concetto astratto. C’è un tema di sostenibilità tout court, abbiamo adottato un modello che spesso ci porta a cedere le nostre creature ma bisogna essere rigorosi sul modello di business. C’è tema sostenibilità sociale col tifo, ma anche un tema di sostenibilità ambientale con una struttura ESG che lavora molto bene ed è stata anche premiata, grazie a un lavoro di cui Magda Pozzo è stata protagonista. Abbiamo così pensato ad un impianto fotovoltaico che punta alla carbon neutrality».