Eredità Agnelli, risolto il caso dei quadri spariti: la maggior parte si trova al Lingotto

Le 13 opere d’arte, lasciate in eredità a John, Lapo e Ginevra Elkann, sono state al centro delle rivendicazioni di Margherita Agnelli.

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John Elkann (Photo by GIUSEPPE CACACE/AFP via Getty Images)

Continua a tenere banco la querelle relativa all’eredità di Gianni Agnelli e Marella Caracciolo che vede contrapposti i nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann e la madre di quest’ultimi, nonché figlia dell’Avvocato, Margherita Agnelli. Oltre alla questione relativa alla residenza di Marella, soprattuto nei suoi ultimi anni di vita, un capitolo speciale nelle indagini degli inquirenti lo ricoprono le opere d’arte collezionate negli anni dalla famiglia, e passati in eredità, insieme a tutti i beni, ai tre nipoti.

Queste opere d’arte sarebbero tutte rintracciate e rintracciabili e donate dalla nonna ai nipoti Elkann. I 13 quadri, parte del tesoro lasciato da Gianni Agnelli e che un tempo arredavano Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e una residenza di famiglia a Roma, sono ora reclamate dalla figlia Margherita, unica erede dei beni immobili dopo la morte della madre e moglie dell’Avvocato, Marella Caracciolo di Castagneto, la quale ne aveva l’usufrutto. È quanto risulta in sintesi da una relazione depositata alla Procura di Milano dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza nelle indagine che hanno portato il gip ad archiviare la posizione di un gallerista svizzero e di un suo collaboratore accusati di ricettazione e a disporre ulteriori accertamenti.

Secondo l’informativa, redatta sulla base delle testimonianze di due governanti e di una terza persona che sono stati al servizio di Marella Caracciolo, i quadri di artisti del calibro di Monet, Picasso, Balla e De Chirico sarebbero stati alla pareti del palazzo romano, poi donati a John, Lapo e Ginevra Elkann dalla nonna quando era ancora in vita e ora in gran parte sarebbero custoditi al Lingotto. Inoltre dall’esito delle consultazioni di una serie di banche dati “competenti”, in particolare, quelle del ministero della Cultura e la piattaforma S.u.e. (Sistema uffici esportazione), non sono emerse movimentazioni illecite né vincoli attorno alle tele di valore inestimabile.