Corruzione e riciclaggio, Piquè indagato per la Supercoppa spagnola in Arabia

Anche l’ex calciatore del Barcellona si trova ora tra gli indagati nell’ambito dell’operazione che portò il torneo a quattro squadre in Arabia Saudita.

Piquè indagine Supercoppa
(Foto: Agustin Cuevas/Getty Images)

Il giudice che ha condotto l’inchiesta sui “possibili illeciti” nei contratti della Federcalcio spagnola (la RFEF, all’epoca guidata da Luis Rubiales) ha deciso ieri di estendere l’indagine a quindici persone, tra cui l’ex calciatore Gerard Piqué, il quale avrebbe concordato una commissione annua di quattro milioni di euro per il trasferimento della Supercoppa spagnola in Arabia Saudita.

Il giudice Delia Rodrigo spiega nella sua ultima ordinanza di aver deciso di ampliare le accuse a seguito degli ultimi procedimenti portati avanti dal suo tribunale. Il giudice – scrive La Vanguardia – ripercorre le 13 pagine del documento attraverso i fatti finora indagati che hanno origine dai “possibili illeciti” contenuti nell’accordo siglato nel 2019 tra la RFEF e le autorità dell’Arabia Saudita per l’organizzazione della Supercoppa.

Tale contratto prevedeva un “premio” a favore di “un agente terzo” non individuato per un valore di quattro milioni di euro, contro i 40 milioni corrisposti alla RFEF di Rubiales. Un primo contratto di sei anni, che nel 2020 è stato prolungato di altri quattro anni, mantenendo quel “bonus” a favore di questo “terzo agente”, che si è rivelato essere la Kosmos Fútbol, ​​società di Piqué.

In breve, per la RFEF questo significava – se l’accordo fosse stato rispettato fino alla sua scadenza – un introito di 400 milioni di euro e per la holding Pique 40 milioni di euro. «All’epoca del contratto, l’indagato Gerard Piqué era un giocatore del Barcellona, squadra di calcio che partecipò alla Supercoppa», precisa il giudice Rodrigo. Il giudice ricorda che nel caso si stanno indagando presunti reati di corruzione aziendale e cattiva amministrazione «senza escludere la possibilità di altri reati, in particolare riciclaggio di denaro».

Il giudice fa riferimento al verbale della polizia che registra la creazione di una rete aziendale «composta da dirigenti della RFEF […] tutti vicini» all’ex presidente della Federazione.