Elkann: «Da mia madre violenze fisiche. Eredità? Battaglia che dura da vent’anni»

Lunga intervista dell’amministratore delegato di Exor, da 20 anni al vertice del gruppo che allora si chiamava Fiat e oggi Stellantis.

Elkann violenze madre
John Elkann (Foto: DPPI/Panoramic/Insidefoto)

John Elkann rompe il silenzio su una delle pagine più difficili della sua vita: il doloroso e tormentato rapporto con la madre Margherita. «Insieme ai miei fratelli fin da piccoli abbiamo subìto da lei violenze fisiche e psicologiche», ha raccontato l’amministratore delegato di Exor (la holding della famiglia Agnelli-Elkann) in una lunga intervista al quotidiano Avvenire, in occasione dei vent’anni dall’insediamento al vertice del gruppo che allora si chiamava Fiat e oggi Stellantis.

Elkann parla anche dei rapporti con il governo italiano sul futuro dell’industria dell’auto e si sofferma su un’altra dolorosa vicenda famigliare: la battaglia giudiziaria sull’eredità Agnelli, che lo contrappone alla madre Margherita da lui accusata di «essere stata l’unica a non ricompattarsi intorno alla Fiat quando era in crisi».

Ed è proprio parlando della storica “Fabbrica italiana automobili Torino”, che Elkann rivendica di aver evitato all’azienda di auto, fondata l’11 luglio 1899, la fine dell’Olivetti, che oggi non esiste più. E di aver evitato la nazionalizzazione, come nel caso dell’Alitalia o dell’Ilva. Al contrario Elkann, con la società di investimenti Exor e il gruppo Stellantis di cui è presidente, sottolinea di aver investito 14 miliardi di euro in 5 anni in Italia, dove nelle aziende del gruppo lavorano complessivamente 74mila persone.

Sul rapporto con il Governo, Elkann ha spiegato che «è di massimo rispetto, sempre alla ricerca del dialogo. E siamo sempre pronti a confrontarci, per condividere le nostre prospettive». Mentre sul tormentato rapporto con la madre Margherita, Elkann ha confessato con amarezza di vivere la situazione «con grande dolore, che ha radici lontane. Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subìto violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Questo ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni».

Sulla battaglia giudiziaria per l’eredità, Elkann ha raccontato che «con mio fratello e mia sorella abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana. È una situazione che dura da vent’anni, da quando nel 2004, nel pieno della crisi di Fiat, tutta la mia famiglia per senso di responsabilità si è compattata intorno alla Fiat, portando avanti le volontà di mio nonno. L’unica a chiamarsi fuori è stata mia madre. E invece di essere contenta, per la Fiat, per la sua famiglia… ha reagito nel modo peggiore».

Parlando ancora della sua vita privata, l’erede della dinastia Agnelli ha ribadito la centralità di Torino, anche per il suo impegno professionale. «Nonostante il mio lavoro mi porti prevalentemente fuori dall’Italia, abbiamo deciso con mia moglie di abitare a Torino: qui sono nati i nostri figli e qui sono stati battezzati e vanno a scuola. Le nostre radici sono a Torino, un territorio a cui ci sentiamo legati e sul quale continuiamo a rafforzare il nostro impegno sociale».

Un punto fermo per il presidente di Stellantis è poi il polo di Mirafiori a Torino: «Mirafiori negli ultimi anni ha beneficiato di investimenti che hanno permesso l’avvio di attività addizionali alla produzione di auto: abbiamo inaugurato il centro di ricerca e di test sulle batterie elettriche, la produzione delle trasmissioni elettrificate, il campus di uffici sostenibili e il centro per l’economia circolare».

Un risultato possibile «grazie anche alla lungimiranza di un sindaco, Stefano Lo Russo, e di un presidente di Regione, Roberto Cirio, peraltro di colori politici diversi». Sull’avventura americana che ha portato alla conquista della Chrysler, insieme all’ad Sergio Marchionne, scomparso nel luglio 2018, Elkann ha chiuso dicendo di «ricordare ancora la nostra emozione nel vedere le prime Jeep uscire dalle linee di Melfi e le navi che erano state acquistate per trasportarle dalla Basilicata all’America».