Il POS è obbligatorio anche per le società di calcio

Dal giugno 2022 tutte le società di calcio devono garantire l’accettazione di pagamenti tramite POS per la vendita dei prodotti e dei servizi offerti.

POS stadi di calcio
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Il Pnrr 2, ovvero il decreto legislativo numero 36 del 2022, ha portato diverse novità, una delle quali riguarda direttamente le società calcistiche. Nello specifico, ha introdotto l’obbligo di installazione e utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico, noti come POS. Questo cambiamento normativo fa parte di un pacchetto più ampio di riforme, finalizzate al potenziamento dell’economia digitale e alla lotta contro l’evasione fiscale. Com’è ovvio, incide in maniera importante sulle operazioni finanziarie delle associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD).

L’obbligo del POS per le società calcistiche

Dal 30 giugno 2022, tutte le società e associazioni sportive, comprese quelle operanti nel settore del calcio, devono garantire l’accettazione di pagamenti tramite POS per la vendita dei prodotti e dei servizi offerti. Questo requisito non riguarda esclusivamente le transazioni commerciali ma si estende anche ai pagamenti delle quote associative, qualora queste vengano percepite in cambio di servizi specifici forniti ai soci.

Per quel che riguarda le tipologie di POS da adottare, non ci sono restrizioni. Le società di calcio possono infatti scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze. La scelta dei prodotti è molto amplia, e le loro caratteristiche variano in base al modello e all’azienda che le propone. Il consiglio è di valutare tutti i POS disponibili sul sito Nexi, così da capire gli elementi che li differenziano.

Tornando alla normativa, questa stabilisce chiaramente che il mancato utilizzo del POS per accettare i pagamenti comporta delle sanzioni pecuniarie. Per ogni transazione per la quale non viene offerta la possibilità del pagamento elettronico, la sanzione ammonta a 30€, a cui si aggiunge una penalità aggiuntiva pari al 4% del valore della transazione rifiutata. Si tratta di un meccanismo sanzionatorio che intende incentivare l’adozione degli strumenti di pagamento digitali, contrastando il contante e garantendo una maggiore trasparenza nelle operazioni finanziarie.

Le modalità di segnalazione delle violazioni

Risulta interessante la modalità di segnalazione delle violazioni, ma con alcuni aspetti chiave da chiarire. La segnalazione può essere effettuata da chiunque si accorga dell’inosservanza dell’obbligo, inclusi i giocatori e i genitori dei giovani atleti. Ma è importante sottolineare che, durante le eventuali verifiche fiscali sul posto, l’assenza del POS in sé non costituisce motivo di sanzione, a condizione che non si verifichino transazioni irregolari nel corso dell’ispezione.

Il decreto solleva alcuni dubbi, in particolare per quanto riguarda le associazioni che si sostentano esclusivamente tramite le quote di adesione, e quelle che offrono servizi specifici pagati dai soci. In questo ambito, emergono delle questioni legate alla necessità di distinguere chiaramente due categorie: i contributi associativi destinati al sostegno dell’associazione e i pagamenti per servizi specifici, che rientrano nell’ambito di applicazione dell’obbligo del POS.

Questo scenario risulta ancora più incerto per le associazioni che non dispongono di una partita IVA, le quali si trovano a dover valutare attentamente la propria situazione fiscale e legale. Un altro punto riguarda l’importanza dell’integrazione della fatturazione elettronica con i sistemi POS, una misura volta a rafforzare ulteriormente la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni finanziarie.