Exor approva i dividendi 2023: ecco quanto incassano Elkann e Agnelli

Exor ha annunciato che tutte le delibere proposte dal Consiglio di Amministrazione all’Assemblea Generale Annuale degli Azionisti ad Amsterdam sono state approvate.

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John Elkann e Andrea Agnelli (Foto Daniele Buffa / Image / Insidefoto)

La Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte della dinastia Agnelli-Elkann, si prepara ad incassare nuovi dividendi da Exor. La holding di famiglia infatti ha annunciato che tutte le delibere proposte dal Consiglio di Amministrazione all’Assemblea Generale Annuale degli Azionisti tenutasi oggi ad Amsterdam sono state approvate. Tra queste, anche la distribuzione di dividendi di 0,46 per azione in circolazione, per un totale di circa 100 milioni di euro.

Il dividendo sarà pagabile dal 3 giugno 2024 (data di stacco cedola 30 maggio 2024) e sarà pagato agli azionisti registrati al 31 maggio 2024 (data di registrazione). Il primo socio di Exor è la Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte di diritto olandese della dinastia torinese in cui possono essere azionisti soltanto i discendenti del senatore Giovanni Agnelli, nonno dell’avvocato Gianni Agnelli e Umberto e che a fine Ottocento fu tra i fondatori della Fiat.

La Giovanni Agnelli Bv ha il 53,6% delle quote di Exor e per questo riceverà poco meno di 54 milioni di euro di dividendi. Quanti di questi finiranno nelle tasche poi di John e Lapo Elkann, oltre che di Andrea Agnelli e Alessandro Nasi? Toccherà infatti proprio alla Giovanni Agnelli Bv decidere cosa farne e quanta parte distribuirne ai propri soci.

Va detto che negli ultimi due anni, di fatto, la Giovanni Agnelli Bv ha distribuito di fatto l’intera quota dei dividendi incassati da Exor: si parla infatti di circa 52 milioni distribuiti tra gli azionisti nel 2022 per l’esercizio 2021 su 54 milioni ricevuti da Exor, cifre identiche a quelle del 2021 per l’esercizio 2020.

Di questi dividendi, la maggior parte dovrebbe così finire alla Dicembre, la storica società che fa capo agli eredi dell’avvocato Giovanni Agnelli, che è controllata da John Elkann, numero uno di Exor e in cui sono azionisti anche il fratello Lapo e la sorella Ginevra. Dopo l’ultimo riassetto, la Dicembre (legata al ramo degli eredi Giovanni Agnelli e guidata da John Elkann con il 60% delle quote, mentre il resto è diviso tra Ginevra e Lapo) ha incrementato fino al 39,7% il controllo sulla società di diritto olandese e quindi nel caso di distribuzione totale dei dividendi incasserebbe circa 21,3 milioni dei 54 milioni totali. A seguire troviamo il ramo di Maria Sole che è il secondo azionista con l’11,2% (con potenziale incasso di 6 milioni), mentre gli eredi di Umberto Agnelli, rappresentati da Andrea Agnelli e dalla sorella Anna, hanno un pacchetto di loro proprietà sceso dopo gli ultimi aggiustamenti all’8,9% (con incasso potenziale di 4,8 milioni).

Exor dividendi Elkann Agnelli – I dividendi per la famiglia Agnelli

  • Dicembre (John Elkann e eredi Giovanni Agnelli) – 39,7%: incasso potenziale di 21,3 milioni di euro;
  • Ramo Maria Sole Agnelli – 11,2%: incasso potenziale di 6 milioni;
  • Ramo Umberto Agnelli (Andrea Agnelli e Anna Agnelli) – 8,9%: incasso potenziale di 4,8 milioni;
  • Ramo Giovanni Nasi – 8,7%: incasso potenziale di 4,7 milioni;
  • Ramo Laura Nasi-Camerana – 6%: incasso potenziale di 3,2 milioni;
  • Ramo Cristiana Agnelli – 5,05%: incasso potenziale di 2,7 milioni
  • Ramo Susanna Agnelli – 4,7%: incasso potenziale di 2,5 milioni;
  • Ramo Clara Nasi-Ferrero di Ventimiglia – 3,4%: incasso potenziale di 1,8 milioni;
  • Ramo Emanuele Nasi – 2,5%: incasso potenziale di 1,3 milioni;
  • Ramo Clara Agnelli – 0,28%: incasso potenziale di 150mila euro
  • Azioni proprie – 8,2%

La Giovanni Agnelli BV ha come unico investimento quello in Exor. La holding, guidata da John Elkann che è il CEO, negli ultimi anni ha diversificato i suoi investimenti, puntando in particolare su moda, tecnologia e salute (ultimo investimento corposo in Philips), accanto alle controllate storiche come Juventus, Ferrari e Stellantis (nata dalla fusione tra FCA, ex Fiat, e Peugeot), passando anche da CNH e Iveco, oltre alle startup e agli investimenti attraverso Lingotto e Ventures.