Antonio Conte è pronto a tornare in Italia. Tre anni dopo il suo addio all’Inter, il tecnico leccese secondo le indiscrezioni è infatti pronto a firmare un nuovo accordo con il Napoli, che dopo una stagione burrascosa chiusa con il decimo posto in classifica vuole subito rialzarsi e tornare a lottare per le posizioni di vertice.
Conte dovrebbe così firmare un contratto da circa 6,5/7 milioni di euro a stagione, in attesa dell’ufficialità che è attesa nei prossimi giorni. Nelle scorse settimane, il dibattito a livello mediatico e non solo sul futuro di Conte è ruotato intorno anche alle richieste che il tecnico farà al club partenopeo sul fronte del mercato, tra acquisti e cessioni. Ma quanto è costata la sua ultima esperienza in Italia sulla panchina dell’Inter?
Conte, l’Inter e le spese record sul mercato
Lo scoppio della pandemia legata al Covid, va detto subito, non ha aiutato la gestione economica dell’Inter durante l’epoca Conte. Tuttavia, nei numeri si trova conferma delle spese che ha portato l’arrivo del tecnico in nerazzurro. Nella stagione 2018/19, l’ultima con Spalletti in panchina, la società allora di Suning aveva registrato costi per la rosa (tra stipendi, ammortamenti e costo dei prestiti) per complessivi 224,2 milioni di euro, dopo aver speso sul mercato poco più di 80 milioni durante l’annata tra la sessione estiva del 2018 e quella invernale del gennaio 2019 per acquistare giocatori come Lautaro e Politano. Per gli allenatori, l’Inter spendeva 16,7 milioni in compensi, mentre aveva ceduto giocatori incassando plusvalenze per 40 milioni, chiudendo poi il bilancio con ricavi per 417 milioni e un rosso pari a 48 milioni.
Con l’arrivo di Conte, le spese in particolare sono esplose. Pur influenzati dal Covid come dicevamo (anche da un punto di vista temporale, visto che una fetta di ricavi e costi sono slittati dal bilancio 2019/20 a quello 2020/21 per il lockddown), i costi del mercato hanno avuto un impatto rilevante sul bilancio: tra il 2019/20 e il 2020/21 infatti l’Inter ha speso circa 350 milioni di euro sul mercato per acquistare i cartellini dei vari Lukaku, Barella, Hakimi ed Eriksen: il mercato della stagione 2019/20 (con spese per complessivi 253 milioni) è stato il più ricco di sempre e non sono mancate anche le spese nell’estate 2020, in pieno Covid, con l’arrivo tra gli altri di Hakimi oltre alle onerose operazioni per quanto riguarda gli stipendi di Sanchez e Vidal.
Conte e l’impatto sul bilancio dell’Inter
Il monte ingaggi dell’Inter è così schizzato a 153 milioni nel 2020/21, con ammortamenti per 137 milioni e un costo rosa quindi arrivato a 290 milioni. Al tempo stesso, i compensi per i tecnici sono raddoppiati, passando dai 16,7 milioni dell’ultimo anno di Spalletti a 33,4 milioni nel 2020/21. Il tutto senza cedere pedine fondamentali, visto che in due stagioni sono arrivati 64 milioni dalle plusvalenze di cui però circa 50 milioni dal solo Icardi nell’estate 2019, quando l’ormai ex capitano era già fuori dal progetto di Conte.
Le spese hanno così avuto anche impatto sull’ultima riga del bilancio, visto che tra il 2019/20 e il 2020/21 l’Inter ha registrato perdite per poco meno di 350 milioni, anche considerando il fatto che i ricavi (anche alla luce delle scarse prestazioni in Champions nell’era Conte oltre all’impatto Covid) si sono fermati intorno ai 360 milioni annui, mentre nel 2020/21 hanno pesato sul risultato netto anche i 14,3 milioni della buonuscita versata al tecnico nel maggio 2021. Proprio lo stesso periodo in cui, tra l’altro, la proprietà Zhang ha chiuso l’accordo con Oaktree per il finanziamento da 275 milioni, utilizzato per coprire le perdite e che ha portato, nei giorni scorsi, al passaggio della proprietà da Suning al fondo USA in seguito al mancato pagamento dei debiti per 395 milioni e la conseguente escussione del pegno.