“Se non ha rimborsato i soldi a una banca statale cinese, che speranza abbiamo che li restituisca a noi?”. È questa la domanda che si sono posti lo scorso febbraio, nel loro ufficio di Londra, i gestori di un grande fondo d’investimento, mentre esaminavano la richiesta di finanziamento presentata dagli advisor di Steven Zhang.
Come riportato da Repubblica, a destare preoccupazione era il fatto che la China Construction Bank, a cui Zhang deve 320 milioni di euro, è un istituto di credito sotto controllo pubblico. Secondo MarketScreener, il 59,31% del capitale della banca è detenuto dalla China Investment Corporation (CIC), il fondo sovrano che gestisce le riserve valutarie della Repubblica Popolare Cinese, amministrando asset per 1.350 miliardi di dollari alla fine del 2023.
Questo spiega la riluttanza degli investitori istituzionali a concedere nuovo credito a Zhang, che dovrà restituire a Oaktree i 275 milioni (più circa cento di interessi) che ha ricevuto in prestito nel 2021, sotto forma di finanziamento alla società lussemburghese tramite cui controlla l’Inter.
Inoltre, Zhang non è uscito dalla Cina dal giugno dello scorso anno, nemmeno per celebrare la vittoria del 20º scudetto dell’Inter, che ha portato la seconda stella sulle maglie nerazzurre e ha fatto del 32enne di Nanchino il terzo presidente più vincente della storia del club, dopo i Moratti.
La sentenza della Corte Suprema di Hong Kong che obbliga Zhang a restituire i 320 milioni alla banca controllata dal fondo statale risale al 16 settembre 2022. Da marzo scorso, per decisione della Corte d’Appello di Milano, questa sentenza ha validità anche in Italia, permettendo così all’istituto creditore di tentare di aggredire i beni di Zhang anche qui.