Zhang-Oaktree, il tempo sta scadendo: le prospettive per l’Inter e il 2027 all’orizzonte

La trattativa tra il presidente nerazzurro e Pimco si fa sempre più complicata: il tempo stringe e il club rischia di finire nelle mani del fondo californiano.

zhang
FOOTBALL AFFAIRS
Zhang Jindong e Steven Zhang (foto Getty Images)

In qualsiasi maniera terminerà la questione del rifinanziamento del debito tra Suning e Oaktree una cosa è certa: in finanza una delle norme base è quella per cui mai e poi mai giungere vicini alla scadenza per un’operazione di questo tipo. Il tempo infatti gioco contro e soprattutto le controparti sanno che l’altra parte è con le spalle al muro. Non sorprende quindi che secondo quanto pubblicato dalla stampa nazionale proprio nelle ultime ore l’affare con Pimco, il fondo che dovrebbe garantire a Steven Zhang i soldi per pagare Oaktree (e quindi tenersi l’Inter), sia appeso a un filo.

La considerazione è talmente banale che è praticamente impossibile che il presidente nerazzurro e i suoi advisor (Goldman Sachs e Raine) non ne avvertissero il pericolo. Quindi è presumibile pensare che la forza contrattuale di Zhang e dei suoi consulenti era talmente limitata che entrambe le controparti abbiano avuto buon gioco a portarlo sino alla scadenza e porlo quindi con le spalle al muro.

In questo quadro è bene spiegare che in termini strettamente tecnici e di sopravvivenza l’Inter non rischia nulla. L’intesa, è bene precisare, è tra Oaktree e Zhang mentre l’Inter non ne è direttamente coinvolta visto che il club è il bene che quest’ultimo ha posto come pegno per ottenere quei soldi. Pertanto il debito non è in capo alla società nerazzurra e quindi se il presidente non ripaga (tramite mezzi propri o prestati da altri), l’Inter diventerebbe di proprietà del fondo Oaktree ma in se stessa non rischia nulla.

Questo però non significa che per la società nerazzurra il cielo sia sereno. Infatti non vanno esclusi scenari a nessun livello, con un paio di rischi annessi: una possibile battaglia legale tra Suning e Oaktree. Che potrebbe anche portare a un blocco operativo dell’Inter, molto pericoloso perché cadrebbe nell’immediata vigilia di una sessione di mercato da affrontare e con alcuni rinnovi di contratto da definire da Lautaro a Barella passando per il tecnico Inzaghi.

Non va scordato peraltro che Zhang d’altronde non ha problemi solo con l’Inter ma anche in patria: nel luglio 2022 infatti il Tribunale di Hong Kong ha dato ragione a China Construction Bank Asia in una causa in base alla quale il presidente nerazzurro dovrà ripagare all’istituto di credito circa 300 milioni di euro di un prestito mai ripagato. Una sentenza che dalle scorse settimane ha valore anche in Italia come raccontato da questa testata, mentre è in attesa di giudizio una seconda causa al Tribunale di Milano in cui viene richiesto che l’Inter riconosca a Zhang uno stipendio su cui i creditori possano rivalersi.

Insomma è semplice ipotizzare che sarà un weekend di fuoco per il presidente cinese dell’Inter anche perché non pare che le negoziazioni con Pimco siano in discesa. E a a peggiorare ulteriormente le cose c’è quanto ha svelato il Financial Times ieri, spiegando che Oaktree si attendeva una cessione dell’Inter che non è avvenuta e che ha strutturato il prestito in modo tale da condividere i profitti derivanti da una cessione dell’Inter. Inoltre ha spiegato il quotidiano londinese non è assolutamente vero che lo stesso fondo stia ostacolando le negoziazioni tra Zhang e Pimco.

Va detto per onor di cronaca che a livello tecnico che le intese PimcoSuning potrebbero essere firmate anche nel fine settimana, al massimo entro domenica. Poi, per il passaggio di denaro da un fondo all’altro, ci sarebbe tecnicamente tempo fino a martedì 21, visto che lunedì 20 maggio è un giorno festivo in Lussemburgo (dove hanno sede sia Grand Tower, la holding lussemburghese di Suning attraverso cui controlla l’Inter, sia OCM Luxembourg Sunshine, holding lussemburghese di Oaktree, ovverosia le due società che materialmente hanno siglato il contratto).

QUALI ALTERNATIVE PER ZHANG?

Cosa succederebbe se Zhang non pagasse il debito?  L’Inter era il pegno con cui il presidente nerazzurro ottenne quei soldi nel maggio 2021 (al tempo necessari per far sopravvivere la società, a corto di liquidità a causa del Covid tanto da dover rinviare il pagamento degli stipendi, saldati appunto grazie ai soldi di Oaktree), quindi il controllo del club passerebbe ad Oaktree per una cifra che sarebbe la differenza tra quanto verrebbe stimato il reale valore del club da un soggetto terzo e l’ammontare del debito non ripagato.

Quindi non solo Zhang non incassarebbe quella cifra sopra il miliardo di euro che era la sua base per poter vendere il club (cifra peraltro che non sarebbe stata sufficiente per la dinastia cinese a uscire in attivo dagli investimento visto che negli anni ha iniettato nell’Inter circa 700 milioni), ma soltanto una piccola porzione, mentre Oaktree dal canto suo con un esborso limitato si troverebbe in possesso di un club che, pagato a quelle cifre potrebbe consentirgli una lauta plusvalenza in un tempo non relativamente lungo trovando un acquirente (il fondo ha sempre detto di non avere intenzione di prendere la guida operativa del club).

Una società peraltro che ha appena vinto il campionato, che parteciperà sia alla prossima Champsions League sia al Mondiale per Club e la cui parte sportiva è gestita splendidmente dal duo MarottaAusilio e anche la parte economica, per quanto concerne la gestione caratteristica, sta migliorando di anno in anno sotto le cure di Alessandro Antonello.

Inoltre le prospettive future indicano d’altronde un ulteriore miglioramento nei conti nelle stagioni prossime. Anche grazie al Mondiale per Club che si svolgerà tra giugno e luglio 2025, i cui ricavi (seppur ci sia il rischio siano in forte calo rispetto alle prime indiscrezioni) probabilmente verranno distribuiti su due bilanci, parte entro il 30 giugno 2025 e parte entro il 30 giugno 2026. Inoltre, il nuovo formato della Champions League porterà maggiori introiti, con premi minimi previsti intorno ai 50 milioni di euro (quest’anno l’Inter ne ha incassati 65 grazie alla qualificazione agli ottavi), oltre alla crescita nel settore commerciale. Infine, ma non certo meno importante, per il 2024/25 sono già stati contrattualizzati ricavi da sponsor per 72 milioni di euro, in attesa di nuovi accordi per lo sponsor di maglia (con il broker di scommesse Betsson in pole position) e di manica.

Se invece Zhang trovasse i soldi allora l’Inter sarebbe ancora nelle mani del buinessman cinese. E il club si troverebbe ulteriormente nella continuità gestionale di questi anni. Questo detto però, non è che non ci siano nubi all’orizzonte. Il vero punto debole, se non debolissimo, della gestione Zhang è l’indebitamento. Questo ammontare al 30 giugno 2023 per il club nerazzurro era pari a 807 milioni lordi con una posizione finanziaria netta negativa per circa 310 milioni, ma ora dovrebbe essere in calo intorno ai 700 milioni lordi dopo la conversione in capitale di circa 98 milioni di debiti verso la proprietà, legati ai vari finanziamenti arrivati dagli Zhang negli ultimi anni.

Il pesante indebitamento in particolare porta con sé due effetti principali:

  • in primo luogo impone una spesa per interessi appunto pari a 40 milioni ogni anno a un club. Una cifra che equivale a quella per cui si può comprare un buon giocatore sul mercato;
  • ma soprattutto per l’elevato ammontare in sé sesso. Una cifra superiore agli stessi ricavi nerazzurri (425 milioni nel 2022/23) che ovviamente non può non preoccupare sul fronte della continuità aziendale.

Sul secondo punto però è bene chiarire una questione sin da subito: una società non viene dichiarata fallita sin tanto che non sia un Tribunale a stabilirlo, per un mancato adempimento nei confronti dei creditori, siano essi fornitori, dipendenti o soggetti finanziari. E sinora l’Inter non ha mai avuto problemi di questa sorta. Con buona pace di quegli addetti ai lavori e non solo – siano essi presidenti di società di Serie A o semplici tifosi – che ogni tanto si lamentano di una competizione falsata in quanto ci sono club superindebitati che alterano gli equilibri.

INTER, IL BOND E L’ORIZZONTE 2027

Va notato inoltre che a livello di liquidità se l’operazione con Pimco andasse in porto potrebbe non esserci necessità di nuovi interventi da parte dell’azionista di riferimento perché resterebbero in cassa circa un centinaio di milioni.

Provando a fare i calcoli infatti va detto che nei documenti ufficiali del club nerazzurro emerge che al 31 dicembre 2021 (ultima data disponibile in termini di aggiornamenti ufficiali) Grand Tower, la controllante dell’Inter che ha ricevuto il prestito dal fondo Oaktree, erano disponibili ancora 131,6 milioni di euro in cassa: da quel momento, l’Inter ha ricevuto 51 milioni dalla controllante, quindi indicativamente dovrebbero rimanere in cassa circa 80 milioni di euro. Considerando che la cifra complessiva da ripagare a Oaktree, interessi compresi, dovrebbe aggirarsi intorno ai 385 milioni, nel caso l’accordo con Pimco sia da 430 milioni, a Zhang dovrebbero restare oltre un centinaio di milioni di euro in caso di necessità per l’Inter.

Il vero tema però è quello più all’orizzonte ed è legato al bond da 400 milioni che scadrà nel febbraio 2027 (non a caso lo stesso anno in cui potrebbe scadere il prestito a Zhang di Pimco) e che pesa da solo per circa 30 milioni annui sui conti del club (con oneri finanziari che si avvicinano ai 40 milioni complessivamente).Per altro, particolare più importante di tutti, questo bond da 400 milioni è una obbligazione che è in capo all’Inter, non al suo proprietario. Quindi se non viene pagata, è l’Inter a dover pagarne le conseguenze e dichiarare insolvenza.

Il piano di rimborso del bond, nel dettaglio, è il seguente:

  • 1 rata da 3,57 milioni di euro il 30 giugno 2024;
  • 1 rata da 3,69 milioni il 30 dicembre 2024;
  • 1 rata da 3,82 milioni il 30 giugno 2025;
  • 1 rata da 3,95 milioni il 30 dicembre 2025;
  • 1 rata da 4,08 milioni il 30 giugno 2026;
  • 1 rata da 4,22 milioni il 30 dicembre 2026;
  • 1 rata finale per 391,67 milioni entro il 9 febbraio 2027.

Non v’è dubbio quindi che gli oltre 390 milioni da ripagare il 9 febbraio 2027 sono un punto dirimente per il futuro del club nerazzurro, tenendo presente inoltre che, qualora andasse in porto l’operazione con Pimco, sempre in quell’anno dovrebbe essere ripagata al fondo californiano la quota da 430 milioni più interessi da parte di Zhang (intorno ai 550 milioni in totale)

Insomma a meno che non giungano capitali dalla Cina (che al momento non sembrano preventivabili) l’ammontare non sarebbe certamente di poco conto per un club che fattura intorno ai 450 milioni. Osservando in particolare che per quanto il club stia progredendo speditamente verso un miglioramento economico, al momento l’Inter è ancora in perdita ed è quasi impossibile che nel giro di tre anni possa produrre talmente tanta cassa da poter soddisfare le sue obbligazioni sul mercato.

Per questo è molto probabile che le ipotesi di una operazione straordinaria saranno sempre presenti sul tavolo nerazzurro:

  • Operazioni che potranno essere sia di medio cabotaggio come potrebbe quella per cui quanto avanzato dall’operazione Zhang-Pimco possa essere utilizzato dalla proprietà nerazzurra per un parziale rifinanziamento del bond, in modo da usarli per ridurre l’esposizione come fatto ad esempio da Friedkin con la Roma. Nel caso del club giallorosso, nel 2022 venne ripagato un bond da 267 milioni da un lato con un nuovo bond da 175 milioni e dall’altro investendo 92 milioni di tasca propria. Una mossa che ha consentito al club giallorosso di ridurre non solo l’indebitamento ma anche il peso degli oneri finanziari a bilancio.
  • Oppure, se non soprattutto, operazioni di alta valenza strategica come l’ingresso di nuovi soci oppure di cessione del club. Su questo fronte, sta già circolando l’indiscrezione, pubblicata da Il Sole24 Ore, secondo cui un consorzio saudita avrebbe avviato una due diligence sui conti dell’Inter, chiedendo documentazione apposita al club.

Quello che sarebbe veramente importante è che Zhang e i suoi abbiano imparato la lezione e che inizino a cercare nuovo soci immediatamente, onde evitare di trovarsi un’altra volta con le spalle al muro e senza munizioni: perché questa volta non sarà Zhang a doverne pagare le conseguenza ma l’Inter stessa.