Multiproprietà, la UEFA vara l’opzione “blind trust” per rispettare le norme

L’ipotesi sul tavolo per consentire a Girona e Manchester City, controllati dal City Football Group, di prendere parte alla prima edizione della nuova Champions.

UEFA blind trust multiproprietà
Aleksander Ceferin (Foto: DANIEL ROLAND/AFP via Getty Images)

Una nuova “scappatoia” per andare incontro ai grandi gruppi che controllano i club europei, consentendogli di rispettare le norme sulla multiproprietà. Il caso Girona-Manchester City (società appartenenti al City Football Group) ha messo nuovamente sul tavolo il tema della partecipazione di squadre con lo stesso azionista alla medesima competizione per club UEFA, la Champions League in questo caso.

Una mancata conformità alle regole della Federcalcio europea entro il prossimo 3 giugno rischierebbe di portare alla “retrocessione” di una delle due formazioni nella seconda competizione continentale per club: l’Europa League. E ad essere colpito sarebbe molto probabilmente il Girona, dal momento in cui la squadra che si classifica più in alto nel proprio campionato domestico (il Manchester City per ora) ha la priorità.

Per questo motivo, secondo un documento consultato dall’Associated Press, la UEFA avrebbe messo due opzioni a disposizione del City Football Group (CFG) per non incorrere in sanzioni. La holding di Abu Dhabi potrebbe risolvere il problema vendendo quote di uno dei due club a una terza parte indipendente che riduca la partecipazione del CFG al di sotto del 30%. L’alternativa – e qui sta la novità sarebbe il trasferimento di tutte le quote a un “blind trust” supervisionato da un panel nominato dalla UEFA.

Nella giornata odierna, il panel di monitoraggio finanziario dei club della UEFA ha scritto agli interessati al calcio per chiarire gli aggiornamenti delle sue regole sulla multiproprietà per l’accesso alle competizioni europee per club. Il Manchester City e il Girona sono finiti inevitabilmente nel mirino, dal momento in cui il CFG ha un’influenza decisiva su entrambi, possedendo almeno il 30% delle azioni dei due club.