A cosa servono le fasce nel girone unico della nuova Champions League

Una domanda che molti tifosi si stanno ponendo in vista della nuova Champions League, che prenderà vita con il sorteggio di questo pomeriggio.

A cosa servono le fasce nella nuova Champions
(Foto: FABRICE COFFRINI/AFP via Getty Images)

Tra le tante domande che i tifosi si stanno ponendo in vista della nuova Champions, ce n’è una in particolare che fatica a trovare una risposta: a cosa serviranno le fasce con il girone unico? Nonostante la competizione si “trasformi” in una sorta di campionato, le fasce non saranno eliminate e proprio al termine dei playoff di ritorno della serata di ieri abbiamo avuto a disposizione il quadro definitivo della qualificate.

Fino a questa stagione, essere inseriti in una determinata fascia in vista del sorteggio di fine agosto significava evitare di scontrarsi con avversari appartenenti alla medesima urna durante la fase a gironi. Un bel vantaggio, in particolare, per chi riusciva a conquistare prima e seconda fascia, abbassando in questo modo le probabilità di avere a che fare con il più classico “girone di ferro”.

A cosa servono le fasce nella nuova Champions? Cosa cambia dal 2024/25

Tuttavia, il nuovo format (che sarà introdotto da questa stagione) ha cambiato le carte in tavola e apportato modifiche sostanziali alla competizione. Per quanto riguarda le fasce, le novità rilevanti sono sostanzialmente due:

  1. Più peso ai risultati europei: essere campioni nazionali non garantisce più un posto in prima fascia, neanche ai club dei top campionati (Inghilterra, Spagna, Italia ecc.). Tutto passa dal ranking quinquennale, con l’unica eccezione per la squadra Campione d’Europa in carica. Migliori sono i risultati degli ultimi anni e migliore è il posizionamento nelle fasce, a prescindere da eventuali exploit in campionato;
  2. Lo stesso numero di avversari da ogni urna: appartenere a una determinata fascia non “elimina” più gli avversari dello stesso raggruppamento. Ogni club affronta in ogni caso due squadre per ognuna delle fasce costituite, qualunque sia il suo posizionamento (così le partite della prima fase passeranno da 6 a 8).

E’ evidente, dunque, che il grande vantaggio per chi si trova nelle fasce più alte (evitare avversari della medesima urna, dunque le squadre sulla carta più forti) svanirà a partire dalla prossima stagione. Ed è proprio per questo che i tifosi si chiedono a cosa serva la divisione delle partecipanti in quattro diversi raggruppamenti da 9 squadre ciascuna.

Una risposta a questa domanda in realtà esiste, sia da un punto di vista logico, sia lato UEFA. A livello di logica, è chiaro che un “liberi tutti” avrebbe rischiato di portare a uno squilibrio competitivo interno. Alcuni club avrebbero potuto potenzialmente pescare diverse big, mentre altri si sarebbero potuti ritrovare con la “strada spianata” verso gli ottavi.

A cosa servono le fasce nella nuova Champions? L’idea della UEFA

Una divisione appare dunque necessaria, anche se dal punto di vista dei tifosi il vantaggio dell’appartenenza a una determinata fascia è svanito. Ma cosa dice invece la UEFA? Per la Federcalcio europea, il nuovo sistema nel complesso avrà una serie di ricadute positive sulla competizione, che si possono riassumere come di seguito:

  • Più varietà di avversari
  • Una competizione più dinamica
  • Più imprevedibilità
  • Più partite con posta in palio
  • Più big match

L’ultimo punto, in particolare, emerge dalla nuova organizzazione delle fasce. Con il sistema attuale, gli scontri tra club di prima e seconda fascia (e dunque i big match) sono pari al 33% del totale, mentre grazie al nuovo format saliranno fino al 50%, per un maggior numero di duelli tra i migliori calciatori e le migliori squadre in Europa.

Non solo. Secondo la UEFA aumenteranno infine anche le partite a equilibrio competitivo, perché gli scontri tra squadre appartenenti alla quarta e ultima fascia passeranno dall’attuale 0% al 25% previsto dal nuovo format.