Cardinale: «Stadi nuovi? Aiuterei tutta la Serie A. Bisogna fare come gli Yankees»

«Se lo stadio non si farà, rimarremo a San Siro», ha aggiunto parlando del progetto per il nuovo impianto del Milan a San Donato.

Cardinale lavorare Serie A
Gerry Cardinale (Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

«Lo sport ora non è più un passatempo per ricconi». Esordisce così il proprietario del Milan Gerry Cardinale in una lunga intervista rilasciata a Fortune. «Lo sport è un business dell’intrattenimento live da miliardi di dollari, e devi portare relazioni e competenze multidisciplinari attraverso una gamma di attività per essere in grado di realizzare queste cose»

Tanti i temi affrontati dal numero uno del fondo RedBird, tra cui anche quello degli stadi nuovi: «È tempo per l’Italia, e per Milano, di fare ciò che gli Yankees hanno fatto nel 2008. Il vecchio Yankee Stadium era lì da sempre. Babe Ruth c’era, Joe DiMaggio c’era, Mickey Mantle c’era, Roger Maris c’era. Era iconico. Ma si sono resi conto che era ora di una nuova versione di quello».

Cardinale parla anche di investimenti e spiega che «non è questione di spendere più dell’altro. È una questione di spendere un dollaro di capitale in modo incrementale meglio di chiunque altro». Questo perché attualmente è decisamente complicato competere con le proprietà del Medio Oriente, come nel caso del Qatar con il PSG o degli Emirati con il Manchester City: «Non riuscirai mai a spendere più di così».

Un ritornello costante di Cardinale è che le società sportive «devono monetizzare l’evento live». Questo significa creare la migliore esperienza per i tifosi. In un’epoca in cui il pubblico ha praticamente infinite opzioni di intrattenimento a portata di mano, uno stadio non può più essere solo un luogo per sedersi e guardare una partita. «Tempo fa potevi organizzare una festa e la gente sarebbe venuta. Oggi, c’è una quantità enorme di concorrenza per il tempo di un individuo. Quindi, se vuoi addebitare prezzi premium in un evento live, devi offrire una proposta di valore a quel cliente, in questo caso, il tifoso».

Se il nuovo stadio del Milan non verrà costruito, la strada per competere in Europa sarebbe decisamente in salita, ammette Cardinale. Ma il fondatore di RedBird sottolinea di essere comunque impegnato nel club rossonero, a prescindere di come evolverà la “partita” stadio: «Se lo stadio non si farà, rimarremo a San Siro».

Costruire uno stadio di calcio di proprietà è il grande obiettivo degli investitori americani, che vedono il calcio italiano come una buona opportunità commerciale. «Questi concetti sono più familiari agli investitori americani e penso che questo sia ciò che li ha attratti in Serie A. Hanno realizzato qual è il retaggio e la storia qui in alcuni di questi marchi gestiti male. Hanno realizzato il potenziale di avere un grande investimento tra le mani, semplicemente professionalizzando la proprietà».

A tal proposito, in chiusura una battuta sui Friedkin e sugli altri proprietari della Serie A: «Spero che Dan Friedkin riesca a fare uno stadio. Farò certamente tutto il possibile per sostenerlo perché l’Italia ha bisogno di più infrastrutture per l’intrattenimento live. Se potessi scegliere, aiuterei ogni singolo altro proprietario in Serie A a costruire uno stadio, perché è una cosa buona per l’ecosistema».