Ceferin attacca la Superlega: «Il calcio non può basarsi sui privilegi»

«Il merito sportivo è fondamentale e i campionati nazionali e le coppe devono essere l’unico accesso alle competizioni europee per club».

Barcellona multa TAS
Aleksander Ceferin (Foto: PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP via Getty Images)

Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin ha ribadito durante un vertice in Portogallo che il calcio «non può basarsi sui privilegi», ma sul merito sportivo, prendendo di mira nuovamente il progetto di una Superlega europea. Ceferin è intervenuto tramite video all’apertura del XII Summit dei Presidenti a Coimbra (Regione Centro del Portogallo), che riunisce i dirigenti dei 34 club del calcio professionistico portoghese.

«Dobbiamo rimanere vigili di fronte alle minacce rappresentate ancora dai sostenitori della cosiddetta Superlega», ha commentato il presidente della UEFA. Secondo Ceferin la Federcalcio europea si preoccupa «di tutti i club, non solo dell’élite», così come «dei tifosi, dei giocatori, delle leghe professionistiche e del calcio amatoriale. A tutti i livelli di questa piramide, il merito sportivo è fondamentale e i campionati nazionali e le coppe devono essere l’unico accesso alle competizioni europee per club».

Qualsiasi soluzione alternativa «sarebbe contraria all’essenza stessa del calcio». Riguardo al nuovo modello competitivo che l’UEFA implementerà, con modifiche nella distribuzione dei ricavi e nel formato delle competizioni, Ceferin ha assicurato che, persino le squadre che non parteciperanno ai tornei «avranno accesso a maggiori finanziamenti per poter continuare a crescere, svilupparsi e competere».

Sulla stessa linea anche Nasser Al Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain e dell’ECA, il quale ha dichiarato durante la sua partecipazione al vertice che la minaccia della Superlega «non tornerà». Nel suo intervento via video, il qatariota ha ricordato che l’organizzazione che guida, insieme all’Associazione delle Leghe Europee ha contribuito a fermare qualcosa che «avrebbe distrutto le competizioni nazionali».

«All’ECA, diamo voce ai club nelle decisioni che plasmano il calcio, indipendentemente dalle loro dimensioni. L’ECA crede nella crescita congiunta di tutte le parti interessate», ha concluso.