Il terremoto in casa Milan è scoppiato nella giornata di ieri. La Guardia di finanza si è presentata nella sede del club rossonero, forte del decreto di perquisizione firmato dai sostituti procuratori Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi. Contestualmente, la Procura di Milano ha notificato l’avviso di garanzia a quattro indagati: l’AD del Milan Giorgio Furlani; l’ex AD Ivan Gazidis; Daniela Italia e Jean Marc McLean, espressione di Elliott nel CdA di Project Redblack, la società inserita nella catena di controllo del Milan prima della cessione a RedBird.
Una cessione, secondo i magistrati milanesi, nebulosa e poco trasparente, tanto da ipotizzare che, a tutti gli effetti, «il fondo Elliott conservi attualmente il controllo sostanziale del Milan». Nel caso specifico, Furlani e Gazidis sarebbero accusati di ostacolo delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, la FIGC. Secondo l’accusa i due «esponevano fatti materiali non rispondenti al vero e comunque occultavano con mezzi fraudolenti, in tutto o in parte, fatti che avrebbero dovuto comunicare, concernenti la situazione economica, patrimoniale e finanziaria relativa all’assetto proprietario della società».
In pratica, nelle comunicazioni ufficiali alla FIGC, non sarebbero state fornite informazioni complete e veritiere sulla proprietà del Milan, omettendo per esempio che ai vertici delle strutture societarie che controllerebbero il club non ci sarebbe RedBird o Gerry Cardinale, ma la società Rb Fc Holding Genpar Llc, avente sede nel medesimo indirizzo, nel Delaware (USA), di King George Investments Llc e Genio Investments, socie di maggioranza in quota Elliott di Project Redblack.
Secondo la Procura, tale vendita “mascherata” da Elliott a RedBird sarebbe stata messa in atto per evitare un conflitto di interesse «dal momento che il fondo Elliott risulta avere un’influenza dominante su un’ulteriore società di calcio francese – denominata L.O.S.C. Lille – iscritta alle medesime competizioni europee di A.C. Milan». In particolare, la società Callisto (che a cascata controlla L. Holding, la società che detiene le azioni del Lille) «risulta avere un debito di 170 milioni di euro nei confronti di Elliott, che peraltro equivale al debito che aveva il precedente proprietario della società, Gerard Lopez, sempre nei confronti di Elliott».
Indagine Elliott-RedBird – Il rapporto tra il fondo Elliott e il Lille
Da RedBird – che ha commentato anche ufficialmente la vicenda – filtra quantomeno stupore per le basi su cui si fonda tutto l’impianto accusatorio, considerato debole. In particolare, con riferimento alla vendita “mascherata” per evitare conflitti di interesse con il rapporto tra Elliott e il Lille, va ricordato che in passato la situazione era già stata oggetto di indagine da parte della UEFA, che tuttavia non aveva ritenuto vi fossero violazioni dell’articolo 5, che vieta «a una singola società di controllare più club partecipanti alle coppe europee».
Di fatto, Elliott non ha mai detenuto quote del Lille. Il fondo statunitense e la banca d’affari JP Morgan avevano erogato un prestito a Gerard Lopez, ma la proprietà del Lille è cambiata nel 2020 con l’ingresso di Merlyn Advisors. Quest’ultima – proprio come raccontato da Calcio e Finanza ai tempi dell’operazione – aveva provveduto a rimborsare il prestito nei confronti di JP Morgan ed Elliott, un’operazione che si è chiusa ben prima dell’acquisto del Milan da parte di RedBird (datato fine 2022).
Indagine Elliott-RedBird – Gli indirizzi nel Delaware
Ambienti al corrente della situazione sottolineano inoltre che gli inquirenti sembrano preoccupati dal fatto che alcune società di Elliott e di RedBird condividano lo stesso indirizzo nel Delaware. L’indirizzo 1209 North Orange Street, Delaware, è la sede del Corporation Trust Center, un centro che fornisce servizi alle imprese. Questo centro funge da indirizzo registrato di migliaia di società.
Indagine Elliott-RedBird – Le comunicazioni alla FIGC
Per quanto riguarda invece le comunicazioni alla FIGC, da RedBird fanno notare che una sentenza del Consiglio di Stato datata luglio 2023 aveva già negato l’accesso a documenti sulla vendita del Milan a Blue Skye. La società di Gianluca D’Avanzo e Salvatore Cerchione aveva chiesto alla Federazione Italiana Gioco Calcio, di «prendere visione e/o estrarre copia di tutti i documenti presentati nel mese di settembre 2022 da ACM BIDCO e/o AC MILAN […] presso la FIGC volti ad attestare la sussistenza dei requisiti di onorabilità e solidità finanziaria in capo agli acquirenti delle azioni di AC Milan, nonché la decisione assunta dalla FIGC in merito alla acquirente unitamente agli eventuali atti e pareri della Commissione consultiva di cui la FIGC si sia avvalsa nel corso del processo decisionale».
Il TAR aveva inizialmente accolto questa richiesta, nei confronti della quale si erano poi appellati il proprietario di RedBird Gerry Cardinale, l’AD del Milan Giorgio Furlani e ACM BidCo B.V. Il Consiglio di Stato ha accolto questo ricorso sottolineando nella sua sentenza che «non sussiste l’interesse all’accesso documentale in capo a Blue Skye». L’accertamento sul possesso dei requisiti di onorabilità in capo alla cessionaria delle quote ACM BidCo si era già concluso positivamente ed era stato effettuato «ai fini dell’ammissione al campionato di Serie A dall’ente a ciò preposto, la Commissione Co.A.P.S. della FIGC, non sussistendo alcun dubbio circa la regolare iscrizione dell’AC Milan S.p.a. a tale campionato».
Indagine Elliott-RedBird – L’investor presentation
Infine, fonti vicine alla situazione fanno notare che a supporto dell’ipotesi di vendita “mascherata” che emergono dall’atto di accusa ci sarebbe una presentazione di RedBird – denominata AC Milan Investor Presentation –, destinata alla raccolta di capitali per ripagare le note di prestito del venditore Elliott, in cui RedBird offrirebbe in cambio a potenziali investitori azioni del Milan.
La conclusione a cui si sarebbe giunti del tutto erroneamente – precisano sempre fonti vicine alla situazione – è che quindi Elliott abbia un capitale “garantito”. Tale conclusione è considerata un nonsenso, dal momento in cui nello stesso documento si precisa espressamente che RedBird possiede attualmente più del 99% del club rossonero. Situazione ribadita anche dal comunicato ufficiale dello stesso fondo americano.