Zilliacus: «Vicino ad acquistare l’Inter nel 2023. Mi fermo per false accuse»

«XXI Century Capital ha presentato un’offerta nel novembre 2023 ed era molto vicina alla conclusione di un accordo», recita una nota.

Zilliacus acquisto Inter
Thomas Zilliacus (foto da comunicato)

Thomas Zilliacus ha rinunciato ad acquisire l’Inter. A ufficializzarlo è stato un comunicato rilasciato da XXI Century Capital, la società di investimento appartenente al gruppo Thomas Zilliacus Mobile FutureWorks, che ha sottolineato come i recenti eventi non consentano all’imprenditore finlandese di portare avanti il tentativo di rilevare il club nerazzurro.

Zilliacus aveva manifestato un certo interesse nel novembre 2023, presentando a suo dire una prima offerta, poi rifiutata dalla famiglia Zhang. Le sue ambizioni non si sono però placate e in questi mesi ha cercato altri investitori disposti a rilevare il club nerazzurro, ma i recenti eventi (il mandato di arresto nei suoi confronti a Singapore) l’hanno costretto a rinunciare al progetto.

«Gli avvocati di XXI Century Capital, la società di investimento appartenente al gruppo Thomas Zilliacus Mobile Future Works, coinvolta in un’offerta per l’acquisto della squadra di calcio dell’Inter, hanno annunciato oggi che la società ha interrotto il processo per provare ad acquistare l’Inter mentre Thomas Zilliacus punterà a ripulire il suo nome dalle false e malevole accuse che negli ultimi giorni sono emerse da fonti di Singapore», si legge in una nota.

«Thomas Zilliacus sta lavorando da ormai un anno alla costruzione di un consorzio che vuole rendere l’Inter la migliore squadra di calcio del mondo e una contendente permanente alla vittoria del campionato italiano e della Champions League. XXI Century Capital ha presentato un’offerta nel novembre 2023 ed era molto vicina alla conclusione di un accordo. Quel processo è ora deragliato a causa delle accuse false e dannose pubblicate per la prima volta sul Singapore Straits Times (ST), il quotidiano di punta in lingua inglese del media finanziato dallo stato SPH Media Trust di Singapore», conclude la nota.