Eredità Agnelli, giallo su 56 milioni per ricapitalizzare la Dicembre

Margherita ritiene che la somma provenga dal patrimonio Agnelli e in ogni caso non sia attribuibile a John, all’epoca un giovane di appena 28 anni.

Elkann violenze madre
John Elkann (Foto: DPPI/Panoramic/Insidefoto)

Apparentemente, il tema è marginale. Nella procura di Torino insistono che il focus è sulla residenza di Marella. E’ su questo particolare che si decide la tenuta dell’indagine che ha scavato negli affari della dinastia Agnelli-Elkann. Tuttavia, secondo quanto riportato da Il Giornale, ci sarebbe un altro filone strettamente connesso e forse ancora più scottante: riguarda la struttura della Dicembre, la cassaforte di famiglia attualmente salda nelle mani dei tre fratelli John (60%), Lapo e Ginevra (20% per entrambi).

Gli investigatori hanno individuato diverse anomalie, e leggendo il decreto di perquisizione degli scorsi giorni, si comprende l’importanza delle questioni sollevate da Margherita Agnelli. Lei mira a ritornare alla guida della società che controlla, a cascata, l’intero impero Exor. Il periodo più rilevante in esame è quello compreso tra il 2003 e il 2004, con alcune date di particolare interesse. Il giorno stesso della morte dell’Avvocato, il 24 gennaio 2003, Marella cede al nipote il 25,38% della Dicembre.

Così, John raggiunge il 58,71%. Per quale motivo, in un momento così drammatico per la famiglia, si conclude un trasferimento così significativo di quote? In quelle settimane difficili, si rende necessaria una ricapitalizzazione per l’allora accomandita Giovanni Agnelli. La Dicembre fa la sua parte, e Elkann sborsa 56 milioni. Da dove proviene questa considerevole somma di denaro? Margherita ritiene che provenga dal patrimonio Agnelli e in ogni caso non sia attribuibile a John, all’epoca un giovane di appena 28 anni.

In questo affare, si sospetta anche l’implicazione di Marella. La procura entra in azione, evidenziando le anomalie emerse nel decreto, tra cui «l’assenza totale di documenti originali posti alla base della vicenda ereditaria, sin dalla successione dell’avvocato Agnelli» e la «natura ragionevolmente apocrifa delle firme riconducibili a Caracciolo Marella su alcuni documenti di rilievo».

Intanto, il 5 aprile 2004, Margherita, convinta che l’universo Fiat stia per crollare a causa della crisi, si fa liquidare. Il 19 maggio 2004, Marella cede le sue quote ai tre nipoti. La Dicembre trova un equilibrio che non è più stato alterato. Tuttavia, anche questo giro di valzer finisce sotto la lente della procura, che evidenzia «una declaratoria del giugno 2021 contenente una scrittura privata non autenticata del 19 maggio 2004 con cui Caracciolo Marella avrebbe ceduto ai fratelli Elkann (John, Lapo e Ginevra) le nude proprietà delle quote della Dicembre riservandosi il diritto di usufrutto».

Nelle perquisizioni, la procura è andata alla ricerca di 14 documenti originali; si dice che qualcosa sia emerso. La procura ordinerà una nuova perizia grafologica sulle firme di Marella. Tuttavia, il punto più cruciale resta la questione della residenza svizzera, messa in discussione dalle tre testimonianze raccolte da Margherita.