Flaminio, l’ipotesi demolizione si fa concreta: Lazio alla finestra

Il club biancoceleste ha però messo dei paletti: capienza superiore ai 35mila spettatori e copertura integrale.

Lotito capienza Flaminio
Claudio Lotito (Foto: Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

Il deterioramento del cemento, l’umidità diffusa e la crescita di erbacce stanno rendendo lo stadio Flaminio sempre più inagibile. Lo storico impianto, situato tra l’Auditorium e il Maxxi a Roma, è attualmente oggetto di considerazione per una possibile demolizione, come riportato dall’edizione romana de La Repubblica. Sebbene sia un’opera d’arte progettata dai celebri architetti Pier Luigi e Antonio Nervi e sotto la tutela della soprintendenza speciale delle Belle arti di Roma dal 2018, è stato abbandonato da oltre dieci anni.

Attualmente, si stanno conducendo perizie fondamentali riguardanti l’integrità strutturale del cemento armato. Se risultasse compromesso, l’intero edificio potrebbe richiedere la demolizione. Questa eventualità costringerebbe a ripensare il progetto, il che potrebbe soddisfare i desideri della squadra di calcio della Lazio di avere uno stadio più grande con almeno 45.000 posti a sedere, rispetto ai 30.000 attuali.

Il presidente Claudio Lotito ha espresso la sua contrarietà a un impianto da 35.000 posti, affermando che non può “mandare le persone a casa”. Analogamente, ha evidenziato l’importanza di una copertura, sottolineando che rinuncerebbe al progetto se non fosse possibile realizzarla, in quanto non potrebbe chiedere ai tifosi di assistere alle partite sotto la pioggia.

Queste dichiarazioni complicano notevolmente le trattative con l’amministrazione capitolina, che è già pronta con un piano B e C nel caso in cui non si raggiunga un accordo con la Lazio. Il Comune di Roma assicura che, anche in assenza di progetti e investimenti da parte della squadra o di altre entità come Cassa Depositi e Prestiti, troverà comunque una soluzione coinvolgendo anche il governo.