Il futuro di San Siro: Nazionale e concerti, ma il Comune spera ancora

Il passo formale del Milan sui terreni di San Donato mette il Meazza ancora di più spalle all’angolo, per un futuro ricco di incognite.

San Siro futuro
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

Il futuro dello stadio Giuseppe Meazza è uno dei temi che tiene banco in seno al Comune di Milano. Un impianto che rischia di diventare una cattedrale nel deserto destinata a ospitare le partite della Nazionale, alcune gare benefiche e i concerti delle star che solitamente affollano il quartiere milanese durante il periodo estivo.

L’acquisto dei terreni di San Donato da parte del Milan sembra chiudere la porta legata ai rossoneri. I piani alti di Palazzo Marino – scrive La Gazzetta dello Sport – ne hanno preso atto. Una mossa attesa, anche se ovviamente la speranza di poter trattenere almeno l’Inter resta intatta. Inter che dovrebbe andare nel comune di Rozzano, la cui esclusiva sull’area scadrà a fine aprile.

San Siro nel frattempo resiste. Il vincolo sul secondo anello lo protegge dall’abbattimento, ma è chiaro che Sala, speranzoso di un’inversione a U almeno da parte dei nerazzurri, dovrà comunque iniziare a pensare a un Meazza senza le due squadre storiche di Milano. A fine gennaio in Comune è stato presentato il piano di ristrutturazione dello stadio elaborato dallo studio Arco Associati.

Si tratta di una semplice proposta, ovvero uno studio preliminare «per la conservazione, la rivalutazione e la trasformazione in Experience Stadium» di San Siro. Un tentativo concreto per cercare di portare dalla propria parte Inter e Milan. Diverse le curiosità previste, come ad esempio lo stadio illuminato a seconda dei colori della squadra di casa o il cambio dei seggiolini. Il progetto prevede anche la costruzione di un quarto anello, posto in corrispondenza della parte superiore dell’attuale primo anello.

Sala ha espresso più e più volte il suo punto di vista, soprattutto in occasione della presentazione del restyling, il cui costo si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di euro di lavori. «Da sindaco di Milano e della città metropolitana non farei nulla per oppormi alle ipotesi di nuovi stadi in Comuni diversi. Ma si può ragionare sul fatto che dobbiamo fare di tutto per fare rimanere entrambi i club a Milano».

Ora come ora la speranza riguarda soltanto l’Inter, a cui Sala non smetterà di tendere la mano. I vertici nerazzurri, comunque fermi sull’idea di Rozzano, osservano l’evoluzione dello scenario. Il Comune sarebbe aperto a tutte le soluzioni, come dichiarato proprio da Sala il 31 gennaio: «La prima ipotesi è che realizziamo noi i lavori. La seconda che partecipiamo ai lavori in partnership con le squadre. Infine, possiamo cedere in diritto di superficie lo stadio a lungo termine. In questo caso la cifra che dovrebbero pagare i club sarebbe limitata».