La Superlega valuta una causa da oltre 3 miliardi alla UEFA: tutti i dettagli

Il finanziamento di JP Morgan, i diritti tv, i ricavi da stadio e quelli commerciali: così la Superlega è pronta a chiedere più di 3 miliardi di danni alla UEFA.

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Aleksander Ceferin (Foto: PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP via Getty Images)

La Superlega è pronta a fare causa alla UEFA, chiedendo un risarcimento danni a seguito delle azioni messe in atto dall’organo di governo del calcio europeo per contrastare il lancio del suo nuovo torneo a partire dal 2021. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza da fonti privilegiate, la richiesta danni potrebbe arrivare fino ad un massimo di 3,6 miliardi di euro complessivi.

Causa Superlega UEFA – Cosa ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Ue

La somma – a cui si è arrivati attraverso un’analisi strutturata, basata su discussioni preliminari con diversi esperti – è stata definita prendendo in considerazione un ritardo di tre o quattro anni nel via della nuova competizione, a causa delle regole restrittive e delle minacce di sanzioni a livello economico che hanno bloccato la nascita del torneo nell’aprile del 2021. Un progetto che ha poi ripreso vigore – seppur con un format diverso – a seguito della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, che ha stabilito in maniera inequivocabile la posizione di monopolio della UEFA nell’ambito organizzativo delle competizioni calcistiche in Europa.

Nello specifico, la sentenza, totalmente vincolante e non soggetta a ricorso, ha stabilito che gli statuti di UEFA e FIFA utilizzati nel 2021 per bloccare la nascita del progetto Superlega sono illegali, in quanto contrari alle leggi dell’Unione europea e ai principi che le sostengono, come la libera concorrenza e la libertà di fornire servizi in tutta l’Ue. La Corte ha affermato che la UEFA detiene una posizione dominante nel mercato delle competizioni calcistiche per club in Europa e ha abusato di tale posizione emanando statuti che impediscono efficacemente la formazione di nuove competizioni e la loro concorrenza.

Si è pertanto stabilito che il calcio europeo è stato sottoposto a regole private che limitano severamente e illegalmente la libera concorrenza, motivo per cui tutte le iniziative passate promosse dai club di calcio o da qualsiasi altro attore interessato (tra cui la European Super League del 2021) erano destinate a fallire.

Per queste ragioni, se il quadro normativo e le pratiche abusive di FIFA e UEFA non fossero esistite, il progetto della Superlega avrebbe potuto svilupparsi autonomamente. Ciò non è stato possibile a causa delle regole restrittive dei due organi di governo e delle minacce di sanzioni nei confronti dei club e dei giocatori coinvolti nel progetto. Da qui la volontà di promuovere una causa per un valore massimo di 3,6 miliardi di euro.

Non solo. Esiste anche un secondo scenario, in cui la richiesta danni miliardaria potrebbe toccare la doppia cifra, scenario legato però all’ipotesi che la Superlega (e di conseguenza le sue tre divisioni annunciate a dicembre dello scorso anno) che non veda mai la luce. In questo caso l’orizzonte temporale considerato è pari a 23 anni, che altro non è se non il periodo concordato a livello legale nella costituzione della Super League Company, la società nata per la gestione della manifestazione.

Causa Superlega UEFA – Come si è arrivati alla richiesta danni

Sono diversi gli ambiti in cui, secondo la Superlega stessa, si sarebbero materializzati i danni per i quali è ora richiesto un risarcimento. A cominciare dal finanziamento da 4 miliardi di euro negoziato, documentato e garantito dalla banca d’affari JPMorgan. I proventi sarebbero stati distribuiti ai club partecipanti, ma a causa delle azioni messe in atto dalla UEFA e al conseguente blocco del progetto nel 2021, il prestito non è mai stato erogato.

Di conseguenza, i tassi di interesse molto convenienti che avrebbero potuto essere ottenuti in quel momento storico (risalente ormai a quasi tre anni fa) non sono più disponibili sul mercato. Su questa base si fonda la richiesta danni da parte della Super League Company.

Il finanziamento in questione era strutturato in modo simile a un’ipoteca con pagamenti fissi annuali. Al momento dell’annuncio della Superlega il prestito poteva essere ottenuto con un tasso di interesse del 3%, mentre nel mercato attuale è possibile arrivare al 6%, secondo le stime. La differenza di valore attuale tra questi due risultati è pari a circa 1 miliardo di euro, cifra che la Superlega quantifica come danno in tal senso.

La Superlega prevista nel 2021 – e la sua evoluzione di fine 2023 – avrebbe comportato un numero nettamente maggiore di partite di alta qualità tra cosiddetti grandi club, dove la differenza a livello di audience è enorme rispetto ad alcune partite di minor qualità offerte attualmente dalla UEFA Champions League (il riferimento è a quelle sfide tra club considerati medi o piccoli, che il modello studiato dalla Superlega non prevede al suo livello più alto). Di conseguenza, il valore dei diritti televisivi nella Superlega sarebbe stato (e sarà nelle previsioni) sicuramente più alto.

La domanda è: quanto più alto rispetto a quello che la UEFA ottiene vendendo sul mercato le proprie competizioni? Le stime conservative effettuate dalla Superlega indicano un valore superiore del 30%, ma un’analisi più “aggressiva” potrebbe portare a una stima del 50% o addirittura del 100% in più, praticamente il doppio rispetto a quanto incassato dalla UEFA.

Nel primo caso (30%), si considerano dunque mancati ricavi per oltre 700 milioni di euro, mentre nel secondo caso (50%) la cifra complessiva ammonta addirittura a 1,2 miliardi di euro. Anche sul fronte dei ricavi da stadio è stata effettuata una stima, dal momento in cui il numero di partite garantite è effettivamente inferiore per i club che partecipano alla UEFA Champions League, rispetto al modello studiato dalla Superlega. Utilizzando come indicatore il ricavo medio per partita casalinga su tre anni, e tenendo conto dell’inflazione, si arriva a mancati incassi complessivi per oltre mezzo miliardo di euro.

Infine, la Superlega considera che vi sia stato un danno anche per quanto riguarda il comparto commerciale. Nella logica degli organizzatori, la competizione per come è stata annunciata avrebbe accresciuto sostanzialmente la portata globale dei club partecipanti a seguito di una maggiore audience e una esposizione amplificata. Un risultato che avrebbe portato a un aumento dei ricavi dagli sponsor nel tempo. Su questo aspetto le stime considerano un potenziale aumento del 10% nei ricavi commerciali nel periodo di tre anni in cui non la Superlega non è stata giocata, ma si tratta anche in questo caso di una stima conservativa.

Complessivamente, considerando dunque tutte le voci (il finanziamento di JP Morgan, i ricavi da diritti tv, i ricavi da stadio e i ricavi commerciali), la richiesta danni della Superlega nella causa alla UEFA andrà da un minimo di 3,1 miliardi a un massimo di 3,6 miliardi di euro.

Causa Superlega UEFA – I prossimi passi

Stante il mancato dialogo con la UEFA, e considerando che la Federcalcio europea non sembra avere intenzione (almeno per il momento) di adeguarsi a quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, la Superlega proseguirà per la propria strada. Da un punto di vista puramente legale, la Super League Company è convinta di essere dalla parte della ragione, forte di quanto stabilito dalla Corte e di quanto è possibile rilevare negli articoli 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (il TFUE) sulla libertà di concorrenza.

Nonostante il peso politico di un organismo come la UEFA, che da decenni organizza il calcio a livello continentale e che potrebbe contare sull’appoggio degli Stati membri (all’apparenza compatti, insieme alle rispettive Federcalcio), a livello giuridico non c’è spazio per interpretazioni sulla posizione di monopolio dell’organo di governo europeo. Resta da capire se la UEFA prenderà atto di questa situazione o se – come sembra – lo scontro sarà inevitabile.