La Serie A vuole fare come la Premier: «Vogliamo più autonomia dalla FIGC»

«Uscire dalla FIGC? È prematuro, ma l’attuale sistema non riconosce il giusto peso alla Serie A: serve più autonomia», le parole del presidente Casini.

Serie A autonomia FIGC
Lorenzo Casini (foto CF - Calcio e Finanza)

“L’assemblea ha deciso di avviare un percorso per valutare soluzioni organizzative di maggiore autonomia simili al modello della Premier League”. Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, intervenuto in conferenza stampa al termine dell’odierna assemblea dei club.

“La Serie A in assemblea ha discusso l’aggiornamento del documento che era stato già predisposto nel dicembre 2022. L’analisi ha dimostrato che sono state fatte alcune cose, anche importanti, ma ne restano molte altre da realizzare. Quello che è emerso è che il sistema federale così com’è e il modello organizzativo dove la Serie A è collocata non sono adeguati per raggiungere molti obiettivi che sono nel documento. C’è bisogno di una maggiore autonomia, una maggior capacità di determinazione delle scelte”, ha aggiunto.

“Nella prossima assemblea si continuerà a discutere su questi temi anche per poi avere una versione finale del documento che sarà un documento di riforme della Serie A per il calcio italiano rimettendo al centro il ruolo della principale Lega professionistica”. 

“Uscire dalla federazione? La Premier League non è fuori dalla federazione tecnicamente, perché per poter partecipare ad un campionato che poi è collegato alle coppe europee si è comunque all’interno di un sistema federale secondo le regole Uefa e Fifa. Quello che la Premier ha di diverso è un modello organizzativo di maggiore autonomia decisionale su molti aspetti, che è collegato al peso economico e al ruolo economico. Attualmente il sistema organizzativo non riconosce alla Serie A quella autonomia e peso decisionale che la Serie A dovrebbe avere rispetto al peso economico”. 

“Un incremento peso assemblea federale potrebbe accontentarci? La richiesta di avere più peso credo risalga già al 2010, la possibilità di avere più peso è qualcosa che la Serie A porta avanti da diversi anni. Non si tratta tanto di un consigliere in più, ma si tratta di andare verso un modello che assicuri maggiore autonomia decisionale della Serie A su quello che riguarda la Serie A”.

“Su quali decisioni può impattare? Sono tante le questioni. Innanzitutto dobbiamo distinguere, le regole del gioco quelle non vengono toccate, altrimenti si fraintende. Ci sono una serie di decisioni che riguardano aspetti più operativi, che possono riguardare le decisioni sulle liste o anche la regola sugli extracomunitari, sui vivai. Tutto quello che oggi è deciso dal consiglio federale domani potrebbe avere la Serie A maggiormente autonoma nel porre queste decisioni. L’assemblea è stata unanime nel riconoscere che l’attuale sistema organizzativa non è adeguato per consentire alla Serie A di avere il ruolo che le spetta”.

“L’assemblea è stata unanime nel riconoscere che l’attuale sistema organizzativa non è adeguato per consentire alla Serie A di avere il ruolo che le spetta. Il problema che ha portato l’assemblea a porsi su questa posizione è che ci troviamo in un assetto in cui la Serie A ha un peso del 12%. Guardate ad esempio sull’indice di liquidità: la Serie A in maniera molto pacata ha rappresentato una serie di problematiche, non è stata ascoltata, ha fatto ricorso e vinto tutti i gradi di giudizio. Con un assetto diverso si sarebbe potuto evitare. Tutto ciò su cui la Serie A può migliorare il calcio italiano va a beneficio di tutti: più la Serie A va bene più va bene a tutti con il sistema della mutualità. È una proposta per migliorare il sistema, non per contrapporsi a qualcuno. Rischio che vista con ottica di contrapposizione? Non è questo il nostro obiettivo. Uscire dalla FIGC? È tutto prematuro. A conferma di come sia un comune unico sentire, il tema è emerso in assemblea. I club all’unanimità hanno deciso di andare verso questo percorso ulteriore, l’uscita è un tema troppo avanti”.