Jannik Sinner, grazie alla rimonta contro Daniil Medvedev agli Australian Open, è riuscito a vincere il suo primo Slam in carriera. Un evento che il tennis italiano non viveva da 48 anni, quando fu Adriano Panatta trionfò al Roland Garros. Grande gioia per il giovane altoatesino, ma la sua vittoria ha portato un’aria di polemica in sede Rai.
Tutto nasce dalla decisione di non avere i diritti di trasmissione per il primo Slam della stagione tennistica, aggiudicati da Eurosport (canale visibile a pagamento sia su Sky che su DAZN). Cosa che viene accentuata dalla decisione della televisione di Stato di non autorizzare il viaggio di inviati a Melbourne per seguire da vicino la cavalcata conclusa con la vittoria per 3-2 di Sinner.
«Jannik Sinner trionfa, dopo 48 anni da Adriano Panatta a Parigi, in un torneo Slam. Scrive una pagina di storia vincendo dove mai un italiano, agli Australian Open, era arrivato in cima e noi non ci siamo». si legge nella nota congiunta del CdR e della Fiduciaria di Milano di RaiSport.
«La Rai e RaiSport non hanno ritenuto di inviare un collega per testimoniare un’impresa eccezionale, facendo mancare un contributo atteso dal Servizio Pubblico radiotelevisivo – si legge -. Tra l’altro avrebbero potuto “farsi aiutare” da un precedente importante, quello della finale del Roland Garros del 2010, quando viale Mazzini decise seduta stante di acquistare, anche allora da Eurosport, la finale femminile vinta da Francesca Schiavone su Samantha Stosur. Offrendo in tal modo in diretta televisiva ed in chiaro la storica impresa della tennista milanese. Si dirà altri tempi, è vero. Adesso l’azienda deve risparmiare e razionalizzare i costi, ma davanti ad evento simile non ci si può tirare indietro. Se il costo diritti per la diretta televisiva era esagerato e fuori portata, almeno un collega a Melbourne poteva e doveva essere inviato. Purtroppo, lo diciamo con enorme dispiacere, l’ennesima occasione persa».
Infine, è bene ricordare come il servizio pubblico sia tenuto a trasmettere alcuni degli eventi sportivi più importanti che coinvolgono un atleta o una squadra italiana. Un elenco di eventi, stilati dall’AgCom, per i quali bisogna «assicurare ad almeno l’80% della popolazione italiana la possibilità di seguirli su un palinsesto gratuito senza costi supplementari». Ma in questa lista, che non viene aggiornata dal 2012, non sono presenti le finali dei quattro Slam del tennis, così come la finale di Conference League (competizione europea introdotta dopo il 2012). Quindi nessun obbligo per la Rai per quanto riguarda la trasmissione della finale, andata in scena dalle 9.30 di domenica mattina, ma certamente la scelta di non seguire un evento storico per lo sport italiano con nessun inviato ha creato più di qualche polemica, interna e non solo.