De Siervo: «Lavoriamo per il riconoscimento facciale dei tifosi negli stadi»

L’amministratore delegato della Serie A punta a discutere il progetto con i presidenti di Serie A già a partire dall’assemblea di Lega di venerdì.

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Luigi De Siervo (Foto: Nicolò Campo - Insidefoto)

La questione razzismo negli stadi, insieme a quella della sicurezza, è ormai sul tavolo della Lega Serie A da diversi anni. L’amministratore delegato Luigi De Siervo, per combattere questo fenomeno all’interno degli stadi, dal 2019, spinge per adottare un sistema di videosorveglianza che usi il riconoscimento facciale, così da poter individuare chi si macchi di comportamenti non idonei all’interno di un impianto sportivo.

«La Lega di A da anni è al lavoro per approntare il progetto per il riconoscimento facciale in tutti gli stadi italiani – ha dichiarato De Siervo all’edizione odierna de Il Corriere sella Sera -. Il piano è dotare gli stadi di tutte le società iscritte alla Serie A di impianti di videosorveglianza in grado di scannerizzare all’ingresso dello stadio i volti di chi vi accede associandoli ai dati anagrafici presenti nei biglietti nominali, così da risalire immediatamente all’identità dei tifosi che si rendano protagonisti di atteggiamenti di discriminazione razziale. I dati sarebbero raccolti dai club, ma messi a disposizione delle forza dell’ordine».

Ma ci sono degli ostacoli prima di poter far partire il tutto: «È complesso sia per aspetti giuridici sia organizzativi. I costi sono rilevanti, ma la speranza è riuscire ad approvare il progetto entro la fine di questa stagione. Nonostante la crisi economica conseguente al Covid, la mancata disponibilità dei calciatori a ridursi anche parzialmente gli stipendi, e soprattutto la riottosità della politica a sostenere il nostro calcio di vertice, mi auguro che riusciremo a investire in questa tecnologia perché la riteniamo determinante nella lotta al razzismo e alla violenza negli stadi».

In questi anni si è proceduto, però, con qualche sperimentazione: «Nel 2021 proprio a Udine, nello stesso stadio dove Maignan è stato bersaglio di insulti. All’epoca si chiamava Dacia Arena, l’occasione era stata l’incontro della finale degli Europei Under 21. I test avevano dimostrato che, attraverso l’utilizzo del software, la tecnologia dello stadio era in grado di rilevare i volti degli spettatori all’ingresso dei tornelli confrontandoli con quelli dei tifosi inseriti in una banca dati della polizia a cui era stato vietato l’ingresso all’impianto».

«Mi auguro di poterne discutere quanto prima, magari già nell’assemblea di venerdì – ha concluso De Siervo -. La Lega ha già fatto uno studio di fattibilità e siamo pronti per partire. Occorre il placet dei presidenti e l’approvazione del relativo budget».