Stadio Roma, iniziano gli scavi ma i comitati cittadini insorgono

Sono in corso le prime indagini geognostiche e archeologiche che potrebbero essere fermate da un nuovo ricorso d’urgenza del coordinamento “Sì al parco, sì all’ospedale, no allo stadio”.

Friedkin Everton via libera Premier
Ryan Friedkin (photo by Nicolò Campo / Insidefoto)

Negli ultimi giorni sono iniziati, precisamente dal 15 gennaio, sono iniziate le prime indagini geognostiche e archeologiche per il progetto del nuovo stadio della Roma nell’area individuata da club e Comune nel quartiere di Pietralata.

Ma, come riporta l’edizione odierna de Il Tempo-Roma, i comitati dei residenti, apertamente schierati contro la costruzione del nuovo stadio, non hanno alcuna intenzione di lasciar passare i tecnici inviati dal Comune e sono pronti a dar battaglia nelle aule giudiziarie. «Nei giorni scorsi – spiega il coordinamento “Sì al parco, sì all’ospedale, no allo stadio”per contrastare questa improvvisa quanto malcelata attenzione per un’area da sempre dimenticata, è stato depositato un nuovo ricorso d’urgenza volto a impedire l’accesso a queste aree al personale del Comune e/o incaricato da AS Roma. Qualora il giudice dovesse accogliere le nostre istanze, non sarebbe più possibile per il soggetto proponente dare seguito ad alcuno studio e, di rimando, ad alcun progetto».

Stadio Roma ricorso comitati scavi – La questione lotti privati

L’area individuata dal club di proprietà della famiglia statunitense Friedkin si estende per circa 20 ettari, che sono per lo più comunali, ma che presentano delle particelle private, per cui quindi è necessario l’esproprio. Cosa che non preoccupa il Comune capitalino che non vuole perdere l’opportunità di un investimento privato dal valore stimato di 528 milioni di euro. «L’area è al 99% pubblica – ha dichiarato a settembre l’assessore all’Urbanistica Maurizio VelocciaSu 250 particelle 244 sono di Roma Capitale di cui quattro non sono state trascritte, ma è già stato corrisposto il dovuto».

Ma la partita sui lotti privati è un ulteriore terreno di scontro con i comitati cittadini che rilanciano: «Per evitare che l’eventuale avvio delle operazioni di verifica preventiva dell’interesse archeologico vadano a distruggere il verde, verificheremo se sia stata effettuata la corretta rappresentazione, da parte di tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e privati, dell’esistenza di un bosco urbano ricadente per grandezza e conformazione tra le Aree tutelate per legge».

Ma le insidie per il nuovo stadio della Roma non finiscono qui, visto che un ulteriore ostacolo potrebbe arrivare durante la conferenza dei servizi, dove sarà chiamata a dire la sua anche la Regione Lazio. Prima però serve il progetto definitivo dell’opera, che la società sta preparando e che è atteso entro febbraio. Salvo imprevisti, ovviamente.