Abodi: «Dal governo nessun interesse a danneggiare il calcio: serve un piano industriale»

Il ministro per lo Sport ha parlato della situazione stadi in vista di EURO 2032: «Il 2024 e l’anno decisivo per dare senso e concretezza ai vari progetti presentati dalle amministrazioni comunali e dai club».

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Andrea Abodi (Foto: Giovanni Pasquino / Deepbluemedia / Insidefoto)

L’anno appena iniziato si preannuncia di vitale importanza per il calcio italiano. Ad ammetterlo, già nelle ultime settimane del 2023, sono stati diversi personaggi istituzionali. Dal presidente della FIGC Gabriele Gravina, alle prese con varie riunioni per trovare la giusta quadra per le tanto attese riforme dei campionati, al ministro per lo Sport Andrea Abodi.

Come riporta l’edizione odierna de Il Secolo XIX, questi primi mesi dell’anno saranno importanti per decidere quali città ospiteranno le gare che si giocheranno in Italia dell’Europeo 2032, che il nostro Paese ospiterà insieme alla Turchia. Ma non solo, visto che le questioni legate alla costruzione, o ammodernamento, di stadi, e quelle dei bilanci delle squadre professionistiche, sono sempre presenti sui tavoli delle istituzioni.

Per quanto riguarda il percorso che porterà alla scelta delle città che ospiteranno EURO 2032, il ministro Abodi ha commentato così: «Il confronto è iniziato. Il 2024 sarà un anno decisivo per dare senso e concretezza ai vari progetti presentati dalle amministrazioni comunali e dai club. Il governo, insieme alla FIGC titolare della candidatura, fornirà gli strumenti per accompagnare tutte le varie fasi del progetto».

«A Genova ho seguito le fasi del progetto grazie alle mie precedenti esperienze di presidente della Lega di B e del credito sportivo – ha continuato Abodi -. Pensando a Genova oggi utilizzerei il termine di progettualità latente. Nel senso che la volontà di ristrutturare il Ferraris è presente nei ragionamenti dell’amministrazione ma intermittente nella volontà e nella visione dei club che, per ragioni diverse, non sono riusciti a concentrarsi su un elemento che non può essere di secondaria importanza. Per come è fatto, il Ferraris è il classico stadio di calcio che tutti vorremmo ma va modernizzato per soddisfare le esigenze dei tifosi e delle aziende che ci dovranno lavorare. Il progetto è ben chiaro, ce l’ho ben presente: ci ho lavorato in prima persona insieme ai miei vecchi colleghi. Manca la spinta decisiva e la determinazione dei club che qui a Genova hanno vissuto vicende alterne ma che adesso mi auguro abbiano trovato una stabilità che va al di là dei risultati sportivi».

La situazione del calcio italiano dopo la cancellazione del Decreto Crescita: «Anche in questo caso sono convinto che il 2024 sarà un anno decisivo. Mi auguro che si possa arrivare a un tavolo con la Lega Serie A per discutere di un piano industriale. C’è bisogno di un dialogo con i 20 club nell’ambito di una riforma complessiva del sistema calcistico. Dobbiamo anche tener conto che, ogni anno, ci sono tre società che si alternano tra Serie A e B. Il calcio deve evolversi ed emanciparsi perché il modo per contenere l’indebitamento passa attraverso il rapporto con gli appassionati che hanno bisogno di prospettiva, credibilità e reputazione».

«Il calcio attraversa una fase critica, ma lo scorso anno tre squadre hanno raggiunto le finali delle tre competizioni europee – ha concluso il ministro per lo Sport -. Non siamo andati ai Mondiali per due rigori ma ora siamo a EURO 2024, abbiamo vinto gli europei Under 19 e siamo vicecampioni del mondo Under 20».