Inter, la mossa di Zhang: non potrà perdere il club a zero

Nei documenti legati al finanziamento di Oaktree spunta una clausola che “protegge” la proprietà cinese anche in caso di esecuzione del pegno.

Zhang Oaktree causa
(Foto: Nicolò Campo / Insidefoto)

Una clausola permetterà a Zhang di non perdere l’Inter a zero, nemmeno nel caso in cui il rifinanziamento del prestito con Oaktree non andasse in porto. È quanto emerge nel documento, svelato da Panorama, legato al pegno emesso sulle quote di Great Horizon (la holding lussemburghese attraverso cui la proprietà cinese gestisce l’Inter) da parte di Suning Sports International, società di Hong Kong, nell’operazione con cui il fondo californiano ha prestato 275 milioni agli Zhang nel maggio 2021. Un finanziamento che dovrà essere restituito entro il prossimo maggio, con una cifra di indebitamento che salirà intorno ai 385 milioni di euro.

Secondo il documento, firmato il 20 maggio 2021, è infatti presente un dettaglio che lega la possibilità di escussione del pegno con un possibile incasso per gli Zhang. “In qualsiasi momento successivo alla verifica di un Caso di Esecuzione, il Security Agent sarà, immediatamente e senza alcuna richiesta, pubblicità o avviso di qualsiasi tipo, autorizzato (ma non vincolato), a sua esclusiva discrezione, ad eseguire il Pegno, ai sensi (i) della legge applicabile e/o di questo Accordo e (ii) ad eseguire tutto o parte del Pegno in relazione agli Attivi Pignorati in qualsiasi modo ritenga opportuno”, si legge nel documento.

”Il secuirty agent sarà, in particolare, autorizzato a:

  • richiedere il pagamento diretto da parte della Società di qualsiasi credito dovuto e pagabile che il Pignorante possa avere nei confronti della Società in relazione agli Attivi Pignorati;
  • appropriarsi, o far appropriare da una persona designata, degli Attivi Pignorati al loro Valore Equo di Mercato. Per evitare dubbi, tale valutazione può essere effettuata prima o dopo che sia stata presa la decisione di appropriazione, nel qual caso il Valore Equo di Mercato degli Attivi Pignorati sarà valutato alla data dell’appropriazione. Il security agent può eleggere, a sua esclusiva discrezione, di nominare un’altra persona a cui sarà trasferito il diritto di appropriarsi degli Attivi Pignorati, con l’intesa che tale nomina non pregiudicherà i diritti e gli obblighi dell’Agente di Sicurezza nei confronti del Pignorante, e l’appropriazione degli Attivi Pignorati da parte di qualsiasi altra entità è considerata avere lo stesso effetto anche se l’Agente di Sicurezza avesse appropriato gli Attivi Pignorati da solo”.

La società quindi dovrà essere valutata al “valore equo di mercato”, in caso di esecuzione del pegno. Per quale motivo? Il documento lo spiega poco dopo.  “Il security agent può eseguire il Pegno su tutti gli Attivi Pignorati indipendentemente dal fatto che il ricavato da un’esecuzione del Pegno possa superare il valore delle Passività Garantite, purché le somme corrispondenti al valore degli Attivi Pignorati che eccedono l’importo delle Passività Garantite dovute e pagabili e derivanti dall’esecuzione del Pegno siano trasferite al Pignorante il prima possibile. Il Pegno rimarrà in piena e valida esistenza fino all’esecuzione, allo scarico o alla sua terminazione, a seconda dei casi”, si conclude il documento.