Diritti tv, la Bundesliga dice no a un accordo con revenue sharing

La Lega calcio tedesca respinge l’ipotesi di un’intesa simile a quella siglata dalla Serie A con DAZN per il prossimo ciclo di diritti televisivi.

Bundesliga
(Foto: Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

La Lega Calcio Tedesca (DFL) ha espresso la propria opposizione a un accordo che si basi sul revenue sharing per i diritti tv della Bundesliga, mentre si prepara a lanciare il bando in vista del prossimo ciclo. Di recente, un’intesa di questo tipo è stata raggiunta proprio in Italia tra la piattaforma di sport in streaming DAZN e la Serie A.

La DFL è in attesa che il Bundeskartellamt, l’Antitrust tedesca, si pronunci sulla rimozione della regola della “no single buyer rule”, la norma che proibisce la vendita dei diritti in esclusiva a un unico broadcaster, prima di lanciare il bando per i diritti televisivi a livello nazionale nei prossimi mesi, ma nel frattempo si stanno portando avanti colloqui informali.

Attualmente, la DFL incassa 1,1 miliardi di euro a stagione dai suoi contratti per i diritti domestici fino al termine della stagione 2024/25, la maggior parte proveniente proprio da DAZN e da Sky Deutschland. Si ritiene che la Bundesliga stia affrontando una vera e propria sfida per mantenere almeno la stessa cifra nel prossimo ciclo, date le condizioni di mercato.

L’idea che la DFL condivida il successo delle successive vendite di abbonamenti da parte di DAZN, ma che riceva una cifra garantita inferiore è stata respinta dalla lega. Il co-amministratore delegato della DFL, Steffen Merkel, ha sostenuto che sono necessari ricavi garantiti affinché i club possano pianificare meglio i loro bilanci nel corso del ciclo dei diritti.

Queste le sue dichiarazioni alla Bild: «Appena inserisci componenti dipendenti dalle vendite in un contratto, le offerte per i pacchetti di diritti non sono più comparabili uno a uno. Ad esempio, se un emittente ci offre 100 milioni di euro e il 50% dei ricavi da abbonamenti, e un altro ci offre 120 milioni ma solo il 20% dei ricavi, abbiamo un problema quando si tratta di comparare le due proposte».

A ottobre, i club della Serie A hanno accettato la nuova offerta per i diritti tv nazionali su un arco temporale di cinque anni. Un’offerta complessiva da 4,5 miliardi di euro da parte di DAZN e Sky, con la promessa di un accordo di revenue sharing con DAZN come chiave per porre fine a mesi di stallo.

Quel contratto vale in media 900 milioni di euro a stagione per il ciclo dal 2024/25 al 2028/29, con DAZN che paga 700 milioni di euro e Sky 200 milioni di euro. Il CEO della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha dichiarato all’epoca che «attraverso lo strumento di revenue sharing con DAZN, la cifra può superare di gran lunga quella degli ultimi tre anni, raggiungendo il miliardo», obiettivo finanziario dichiarato originariamente.