Caso Negreira, nuove accuse al Barcellona: soldi per favori sportivi

La Guardia Civil, che indaga sul caso, sta ascoltando diversi arbitri, in attività nel periodo dei pagamenti del club blaugrana, per definire il quadro della vicenda.

Barcellona
(Foto: Alex Caparros/Getty Images)

Un totale di 21 arbitri ha rilasciato dichiarazioni davanti alla Guardia Givil in Spagna nell’ambito del “caso Negreira” e ha rivelato dettagli, fino ad ora inediti, di come avrebbe operato il vicepresidente del Comitato Tecnico degli Arbitri. Il quotidiano El Mundo ha avuto accesso a tutte le dichiarazioni in cui arbitri come José Luis González González sostengono con forza che il Barcellona abbia ingaggiato lo storico numero due degli arbitri «per ottenere qualche tipo di beneficio sportivo».

A questo arbitro, che ha sviluppato la sua carriera tra il 1988 e il 2020, per poi passare al VAR, è stato chiesto dagli inquirenti di spiegare, a suo avviso, il motivo per cui il club catalano ha pagato José María Enríquez Negreira e suo figlio. «Capisco che vorrebbero ottenere qualche beneficio sportivo – ha dichiarato González González -. José María avrebbe fatto capire loro che aveva un certo potere sugli arbitri».

Lo stesso Gonzaléz González sottolinea come sia Negreira che suo figlio abbiano sfruttato la posizione del primo come vicepresidente del Comitato Tecnico degli Arbitri per potersi arricchire grazie alla collaborazione con il Barcellona, anche se, come espresso dallo stesso ex arbitro González González, quei report sottoscritti da Negreira sugli arbitri fossero «inutili».

La versione di González González è stata pressoché confermata dagli altri suoi ex colleghi, soprattutto per quanto riguarda la sfera di influenza che Negreira vantava all’interno del Comitato Arbitri soprattutto per quanto riguarda la promozione o la retrocessione degli arbitri in attività.

Sia González González che José Maria Sánchez Santos, arbitro ancora in attività, concordano sul fatto che i pagamenti elargiti dal Barcellona in favore dei due Negreira «lasciano l’arbitrato in una pessima situazione» e pensano che il club catalano «credesse che con queste assunzioni avrebbe potuto influenzare arbitrariamente». Tuttavia, nessuno degli arbitri apparsi a testimoniare ha confessato di aver alterato il risultato di una partita su indicazione dello stesso Negreira.

A pesare su Negreira, inoltre, c’è la testimonianza i Fernando Román, fischietto spagnolo ancora in attività dopo 22 anni, che ha dichiarato: «Nel gruppo arbitri si diceva che se assumevi suo figlio (per fare il lavoro di allenatore, ndr) potevi essere favorito nelle promozioni perché il padre teneva conto dei commenti di suo figlio».