Abodi: «Aiuti alla Serie A? Lavoro a una percentuale sulle scommesse»

Dopo aver incassato la cancellazione del Decreto Crescita, i club italiani cercano di garantirsi nuove risorse, questa volta dal mondo delle scommesse.

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Andrea Abodi (Foto: Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Dopo il caso Decreto Crescita, con l’abolizione del regime fiscale favorevole per gli sportivi professionisti, i club calcistici italiani puntano a vedersi riconoscere dal governo Meloni la possibilità di avere fra i propri sponsor gli operatori delle scommesse, possibilità vietata attualmente dopo decisione del governo Conte.

Inoltre, le società chiedono un aiuto sostanziale alla politica per quanto riguarda il sistema burocratico (le varie questioni sugli stadi sono un esempio) ma anche a livello economico, per colmare quel gap presente con i migliori campionati europei e con quelli emergenti. Proprio in questi termini, i club hanno chiesto di vedersi riconoscere una giusta percentuale degli introiti derivanti dalle scommesse. Infatti le squadre di calcio, e le partite in generale, sono i soggetti più coinvolti nelle scommesse, visto l’ammontare delle giocate che si registrano sulle singole gare.

Sono in corso diversi colloqui su questi temi e a fare un po’ di chiarezza ci ha pensato direttamente Andrea Abodi, ministro per lo Sport e per i Giovani, che, come riporta l’edizione odierna de La Stampa, non ha aperto al ritorno dell’agenzie di scommesse come sponsor dei club, ma ha analizzato la questione di una percentuale da destinare ai club: «Credo che assegnare agli organizzatori degli eventi sportivi italiani una percentuale sulla raccolta delle scommesse possa evitare la loro esclusione dalla catena del valore, che fino a oggi va a beneficio dello Stato, del montepremi e dei concessionari. Credo che questa misura possa essere introdotta attraverso il decreto di riordino del settore, nelle sue due dimensioni: digitale e fisica».