Lina Souloukou è dallo scorso aprile CEO della Roma, dopo aver ricoperto incarichi di primo piano nell’Olympiakos e nell’ECA, l’associazione dei club europei. La dirigente ha parlato a Il Sole 24 Ore di alcuni temi chiave per il calcio italiano, tra i quali la potenziale abolizione del Decreto Crescita, che abbatte una parte di costi per le società.
Secondo Souloukou abolirlo «significherebbe mettere in discussione le basi della competitività a livello internazionale del nostro calcio e penalizzerebbe fortemente la crescita economica dell’intero movimento, con conseguenze sull’economia del paese. Il “sistema calcio” è un volano fondamentale per il PIL nazionale, in grado di generare effetti diretti su turismo, ristorazione e settore alberghiero. Un dato è emblematico: dall’entrata in vigore del Decreto Crescita l’impatto sul Pil è aumentato da 10 a 11,1 miliardi».
«Oltretutto per lo Stato ci sarebbe un danno dalle modifiche alle agevolazioni per gli sportivi professionisti, che determinano l’ingresso in Italia di maggiori redditi imponibili e, quindi, di maggiori imposte. Sommando questi effetti positivi si può affermare che i benefici fiscali non determinano perciò una riduzione del gettito erariale, bensì un aumento», ha aggiunto la CEO del club giallorosso.
Sull’ipotesi di danni per la crescita dei calciatori italiani, Souloukou ha le idee chiare: «No, direi che basta analizzare i risultati delle nazionali giovanili tra il 2022 e 2023, con l’Under 19 che ha ottenuto il titolo europeo. Peraltro, credo che l’esempio della Roma sia emblematico: abbiamo puntato su un blocco di calciatori italiani per dare una identità precisa alla squadra. Ma allo stesso tempo, grazie anche al Decreto Crescita, abbiamo chiuso operazioni di mercato molto complesse. L’eliminazione dei benefici fiscali per gli sportivi professionisti determinerebbe una grave perdita di competitività nei confronti di campionati al momento più attraenti ma anche di realtà di pari livello in cui gli sportivi godono di agevolazioni fiscali o di mercati emergenti in cui non è previsto il pagamento di imposte sui redditi».
Souloukou Decreto Crescita – I problemi tra diritti tv e infrastrutture
Sullo stato di salute del calcio italiano, la dirigente sostiene che «non possiamo considerare il recente accordo per i diritti tv del tutto in linea con questa ritrovata competitività dei top club italiani. A livello di infrastrutture scontiamo ancora un gap impressionante. Senza contare che, in materia di tesseramento di nuovi calciatori extracomunitari, abbiamo molti limiti rispetto ad altri paesi concorrenti. Per questo credo che il nostro primo compito sia quello di lavorare per porre basi solide, dal punto di vista regolamentare e infrastrutturale».
Una battuta in chiusura anche sui conti della Roma: «L’ultimo bilancio segna un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. È il frutto di un lavoro avviato da tempo: quando si parla di calcio sostenibile sembra sempre che si voglia parlare per slogan ma in realtà l’aumento dei ricavi di circa 70 milioni e la riduzione dei costi di oltre 54 milioni rappresentano un risultato tangibile della strategia messa in atto dall’arrivo della famiglia Friedkin».