Dalla UEFA a Sky fino a Premier League, Serie A e Liga: sono 619 le aziende e istituzioni che hanno firmato un appello contro l’abolizione del geo-blocking. Calcio e Finanza ha anticipato ieri che il prossimo 13 dicembre il Parlamento Europeo voterà per togliere l’esclusività territoriale sui contenuti audiovisivi, un tema che riguarda da vicino molte aziende e istituzioni.
«Il settore cinematografico, cinematografico e audiovisivo in Europa esorta congiuntamente il Parlamento europeo a votare a favore della cultura il 13 dicembre 2023 opponendosi alla richiesta di includere in futuro i servizi audiovisivi nel campo di applicazione del Regolamento UE sul geo-blocking. Respingere la richiesta di includere in futuro i servizi audiovisivi è un voto a favore della preservazione della diversità culturale e linguistica in Europa», si legge nell’appello firmato da 619 aziende e istituzioni.
«Un divieto sull’uso della tecnologia di geo-blocking per sostenere l’esclusività territoriale per i contenuti e i servizi cinematografici e audiovisivi metterebbe seriamente a repentaglio la sostenibilità creativa ed economica del settore cinematografico e audiovisivo in Europa. Ciò comporterebbe una diminuzione del numero e della varietà di film e contenuti audiovisivi prodotti, con una gamma più limitata di lingue. La distribuzione e la circolazione sarebbero drasticamente ridotte in tutta l’UE. Ciò avrebbe un impatto diretto e negativo sul benessere dei consumatori: una significativa riduzione delle opzioni in termini di contenuti, distribuzione e opzioni di accesso, nonché un aumento dei prezzi».
«Sicuramente questo non può essere l’esito desiderato. Vi esortiamo quindi a votare per gli emendamenti in plenaria che assicurano la continuazione dell’esclusione dei servizi audiovisivi dal Regolamento sul geo-blocking. L’intero settore cinematografico, cinematografico e audiovisivo in Europa conta su di voi per garantire che il Parlamento europeo non metta a repentaglio un settore da 47 miliardi di euro composto in gran parte da PMI e creatori individuali, che rappresenta più di 2 milioni di posti di lavoro nell’UE. Ciò comporterebbe anche una riduzione dell’accesso ai contenuti per i cittadini europei», conclude l’appello.
In particolare, tra le altre, hanno firmato l’appello:
- BeIN Sports;
- DFL (la federcalcio tedesca);
- ECA (associazione dei club europei);
- European Leagues;
- Mediaset Spagna (non compare invece MFE, la controllante anche di Mediaset in Italia);
- La Liga;
- Lega Serie A;
- Mediapro;
- Paramount;
- Premier League;
- Sony Pictures;
- Sky;
- UEFA.