Cremonese come la Juve: incassati 42 milioni dalla sponsorizzazione di Arvedi

Il club grigiorosso ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2023 con un utile di oltre 7 milioni di euro, nonostante la retrocessione a fine stagione.

Arvedi bilancio 2023
Giovanni Arvedi (Photo by Marco M. Mantovani/Getty Images)

Non è stata fortunato il ritorno in Serie A per la Cremonese, che nella passata stagione ha chiuso il campionato al diciannovesimo posto nella prima partecipazione nella massima serie dalla stagione 1995/96. Il tutto nonostante un ingente sforzo economico da parte della proprietà della società grigiorossa, che dall’estate del 2007 è di proprietà dell’imprenditore Giovanni Arvedi, che l’ha salvata da una crisi finanziaria molto grave ed è riuscito anche riportarla dalla Serie C fino alla Serie A prima appunto della retrocessione nella passata stagione.

Arvedi è il fondatore della Finarvedi Spa, holding che opera dal 1985 nel settore della siderurgia e dal 2007 non ha mai fatto mancare il suo impegno, a livello economico, alla società grigiorossa. Arrivando fino a cifre record nel corso del 2022/23.

Come emerge dal bilancio che Calcio e Finanza ha consultato, infatti, il valore dei ricavi da sponsorizzazioni e i proventi pubblicitari “riconducibili a parti correlate” ammontano a complessivi 42 milioni di euro, rispetto ai 16,9 milioni dell’esercizio al 30 giugno 2022. Si tratta di un aumento di quasi il 150% e in particolare la cifra pesa per quasi la metà dei ricavi della Cremonese, pari a complessivi 89 milioni di euro. Per fare un confronto rispetto ad altre società di Serie A, la Juventus nel 2022/23 ha incassato dalla sponsorizzazione con Jeep circa 44,6 milioni di euro.  (euro 16.978 migliaia nel precedente esercizio).

Ampliando l’analisi, dal 2020 al 2023 le risorse provenienti da società controllate da Arvedi sono passate dai 14,35 milioni di euro del 2021 fino appunto ai 42 milioni di cui sopra, per un totale di 90,9 milioni di ricavi nel giro di quattro anni.

Nell’ultimo bilancio, chiuso con un utile di oltre 7 milioni di euro, le risorse provenienti da Arvedi sono state pari al 57% sul totale degli introiti registrati dalla Cremonese, con un impatto negli ultimi quattro esercizi pari al 53,4%. La quota versate da società riconducibili alla proprietà, negli ultimi quattro bilanci, ha sostanzialmente garantito la copertura della spesa sostenuta per gli stipendi dei tesserati, pari a 74,3 milioni contro i 90,9 milioni versati come sponsorizzazioni.

Cremonese, il bilancio 2023: i ricavi

Nel dettaglio, la Cremonese ha registrato ricavi per complessivi 89 milioni di euro nella stagione 2022/23 (rispetto ai 28,1 milioni del 2021/22 quando la squadra ha disputato il campionato di Serie B), con la quota maggiore legata appunto ai ricavi commerciali, pari a circa 54 milioni di euro di cui aappunto 42 milioni legati alle sponsorizazioni da parte della proprietà. Tra le altre fonti di entrata, i diritti televisivi sono passati da 2,7 a 30,3 milioni di euro grazie alla partecipazione alla Serie A, con altri 3 milioni legati ai diritti tv della Coppa Italia grazie al raggiungimento della semifinale nella passata stagione, poi persa nel doppio turno con la Fiorentina.

  • Ricavi da gara: 4,5 milioni di euro;
  • Ricavi commerciali: 48,9 milioni;
  • Ricavi da diritti tv: 33,2 milioni;
  • Ricavi gestione calciatori: 0,9 milioni;
  • Altri ricavi: 1,6 milioni;
  • TOTALE: 89 milioni

Cremonese, il bilancio 2023: i costi

I costi sono stati pari a complessivi 79,1 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 30 milioni dell’esercizio al 30 giugno 2022. A pesare in particolare sono stati i costi per il personale, pari a 44,1 milioni di cui 34,6 milioni legati agli stipendi dei tesserati. Tra le altre voci, gli ammortamenti legati ai diritti dei calciatori sono stati pari a 9,3 milioni, dopo acquisti nel corso dell’esercizio per 26,7 milioni oltre a costi per la gestione dei calciatori per 2,9 milioni di cui 1,6 milioni solo nell’operazione legata a Felix Afena-Gyan con la Roma.

  • Costi per il personale: 44,1 milioni di euro;
  • Ammortamenti e svalutazioni: 14,5 milioni,
  • Costi per servizi: 10,7 milioni;
  • Altri costi: 9,8 milioni;
  • TOTALE: 79,1 milioni.

Il risultato netto è stato così positivo per 7,1 milioni di euro, rispetto alla perdita di 2,9 milioni dell’esercizio precedenti. I debiti lordi erano pari a 33,5 milioni, con una posizione finanziaria netta pari era positiva per 388mila euro (alla luce di liquidità per 1,3 milioni) mentre il patrimonio netto al 30 giugno 2023 era in crescita a 8,6 milioni rispetto a 1,5 milioni del 30 giugno 2022.