Camarda debutta in Serie A? Cosa dicono le regole sull’età minima per giocare

Cosa dicono le regole sull’età minima per poter debuttare nel massimo campionato italiano. Il giovane talento del Milan potrebbe scendere in campo al Meazza.

Età minima per giocare in Serie A

La sfida tra Juventus e Inter si prepara a cannibalizzare l’attenzione mediatica per il weekend che sta per iniziare. Le due formazioni si trovano attualmente ai primi due posti della classifica in Serie A e possono dare uno strappo importante nella corsa al titolo, anche se mancano ancora poco meno di de terzi di stagione e tutto può cambiare.

Sabato sera, tuttavia, l’attenzione potrebbe concentrarsi per un attimo su quello che accadrà a San Siro. Al Meazza è in programma la sfida tra Milan e Fiorentina e i rossoneri devono assolutamente trovare i tre punti per non perdere ulteriore terreno dalla vetta. Non sarà facile, anche perché Pioli non potrà contare su diversi calciatori, soprattutto nel reparto avanzato: Giroud è squalificato, Leao e Okafor sono infortunati.

Età minima per giocare in Serie A – Il via libera per Camarda

Con il solo Jovic a disposizione come punta centrale, nelle ultime ore è emersa la possibilità che Pioli convochi la punta della Primavera Francesco Camarda. Classe 2008, Camarda è considerato un talento in casa Milan e fino a oggi ha sempre giocato da sotto età nelle varie categorie, mettendo a segno valanghe di gol.

Dopo alcune indiscrezioni iniziali, la convocazione appare sempre più probabile, dato che il Milan ha chiesto – e ottenuto – dal Comitato Regionale della Lombardia la deroga necessaria a convocare un giocatore che è ancora così giovane. Ma cosa dicono i regolamenti sul debutto in Serie A per i giocatori che non hanno ancora firmato un contratto professionistico? Esiste un’età minima per giocare nel massimo campionato italiano?

Età minima per giocare in Serie A – Cosa dicono le regole

Come spiegano le NOIF (Norme Organizzative Interne Federali) «i calciatori/calciatrici “giovani” tesserati per le società associate nelle Leghe e quelli della Divisione Calcio Femminile possono prendere parte soltanto a gare espressamente riservate a calciatori delle categorie giovanili. I calciatori “giovani”, che abbiano compiuto anagraficamente il 15° anno di età, e le calciatrici che abbiano anagraficamente compiuto il 14° anno di età, salvo quanto previsto dal successivo comma 3 bis per i campionati di Serie A e di Serie B Femminile, possono partecipare anche ad attività agonistiche organizzate dalle Leghe e dalla Divisione Calcio Femminile, purché autorizzati dal Comitato Regionale – L.N.D., territorialmente competente e dalla Divisione Calcio Femminile».

E’ proprio questa l’autorizzazione che il Milan ha ricevuto in queste ultime ore. «II rilascio dell’autorizzazione – si legge ancora – è subordinato alla presentazione, a cura e spese della società che fa richiesta, dei seguenti documenti:

  1. certificato di idoneità specifica all’attività agonistica, rilasciato ai sensi del D.M. 15 febbraio 1982 del Ministero della Sanità;
  2. relazione di un medico sociale, o, in mancanza, di altro sanitario, che attesti la raggiunta maturità psico-fisica del calciatore/calciatrice alla partecipazione a tale attività. La partecipazione del calciatore/calciatrice ad attività agonistica, senza l’autorizzazione del Comitato Regionale o della Divisione Calcio Femminile, comporta l’applicazione della sanzione prevista all’art. 17, comma 5, del C.G.S».