Partite di campionato negli USA? La palla passa al presidente Biden

Negli Stati Uniti è in corso una causa, risalente al 2018, fra la Relevent Sports di Stephen Ross e la U.S. Soccer Federation.

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Joe Biden (Foto: Chip Somodevilla/Getty Images)

Il calcio guarda agli Stati Uniti da diversi anni ormai come un mercato fondamentale per la crescita globale dei maggiori club europei, e non solo, anche per il fatto che diversi gruppi a stelle a strisce sono diventati proprietari delle società. Al momento i tifosi d’Oltreoceano si devono accontentare di vedere i campioni che militano nelle squadre europee durante l’estate con amichevoli di lusso, ma pur sempre amichevoli. Ma la possibilità di vedere anche partite ufficiali di altri campionati sul suolo statunitense non è una possibilità così remota.

Come riporta l’edizione odierna de Il Corriere dello Sport, la possibilità di ospitare una competizione ufficiale di altre nazioni sta diventando un caso nazionale negli Stati Uniti. Infatti, in questo momento c’è in corso una causa intentata dalla Relevent Sports del miliardario Stephen Ross, società che ha già portato negli USA le amichevoli più importanti nel panorama calcistico europeo. Ma ora vuole di più, cioè le partite vere, quelle ufficiali che mettono in palio i tre punti, se non un trofeo. Dall’altra parte della barricata c’è la U.S. Soccer Federation, che al momento le ha proibite. In mezzo c’è la Corte Suprema che però non vuole essere responsabile di una tale questione e ha chiesto un parere, non vincolante, direttamente all’amministrazione di Joe Biden, attuale presidente degli Stati Uniti.

La causa è ancora lontana dall’avere un vincitore, ma al momento la Relevent ha accolto con favore una prima piccola vittoria. Un tribunale a New York, la 2nd U.S.Circuit Court of Appeal, ribaltando quanto aveva deciso un giudice federale nel 2021, ha deliberato che la causa può procedere. La Federazione statunitense ha già presentato ricorso per fermare l’iter giuridico.

La causa della Relevent risale al 2019, intentata presso la Manhattan Federal Court, contro la U.S. Soccer e la FIFA: si sosteneva che il divieto imposto violava le leggi antitrust. Il tutto nasce dall’accordo del 2018 con la Liga spagnola che avrebbe portato a Miami la sfida di campionato fra Barcellona e Girona. Oggi sarebbe, paradossalmente, uno spareggio per il primo posto del campionato. L’iniziativa, che ha da sempre avuto il parere contrario della Federcalcio spagnola, è stata respinta dalla U.S. Soccer ed eccoci alla causa ancora oggi in corso.

Alla contesa, però, si sono uniti anche gli organizzatori del Mondiale 2026, che si giocherà in USA, Messico e Canada. Questi vorrebbero portare oltreoceano le gare dei principali campionati del mondo, ma soprattutto guardano alle partite della Champions League e della Premier League. Un alleato in più per la Relevent che ha trovato anche la sponda, anche se non in maniera netta e decisa, del presidente della UEFA Aleksander Ceferin, che sulla possibilità di vedere negli USA alcune partite della Champions ha dichiarato lo scorso aprile: «È una possibilità». Ora la palla passa alla Corte Suprema, che attende un giudizio dell’amministrazione Biden.