Da designatore della Can di Serie A e B a presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA). In vista delle prossime elezioni di tutte le componenti federali previste entro il dicembre 2024, Gianluca Rocchi punta a diventare il numero uno dei fischietti italiani per il prossimo quadriennio. Data la stima di cui gode, le sue chance di successo sarebbero discrete.
L’ex direttore di gara fiorentino – scrive La Gazzetta dello Sport – è stato nominato designatore nel luglio 2021. Rocchi era stato voluto come designatore dal presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, eletto pochi mesi prima (nel febbraio 2021), ed è rimasto al suo posto anche dopo che Trentalange ha rassegnato le dimissioni per evitare il coinvolgimento dell’Associazione nello scandalo legato all’arresto del procuratore arbitrale nazionale Rosario D’Onofrio.
Rocchi ora lavora con il presidente Carlo Pacifici, eletto lo scorso aprile. Resta da vedere se quest’ultimo deciderà di ricandidarsi nelle elezioni del prossimo anno o se invece (come probabile) rinuncerà. Avere un avversario del peso dell’ex direttore di gara fiorentino sarebbe una bella sfida.
In caso di elezione a presidente, Gianluca Rocchi dovrebbe lasciare il ruolo di designatore, carica che viene confermata o meno alla fine di ogni stagione sportiva. E’ evidente però che essendo il presidente a nominare il designatore, ovvero il “responsabile del settore tecnico arbitrale”, un grande ex arbitro come lui, il secondo dopo Lo Bello come numero di partite dirette in Serie A, avrebbe un peso specifico importante nel mondo arbitrale.
Il suo ruolo diventerebbe non solo di rappresentanza. Perché è il presidente dell’Aia che, insieme ai delegati dell’associazione, partecipa all’elezione del numero uno della FIGC. Il peso in termini di voti degli arbitri è inferiore rispetto a quello di tutte le altre 6 componenti (10,35 voti su 516 totali), ma il peso politico è un’altra cosa. Quanto al doppio ruolo di presidente e designatore, nella storia del calcio italiano è stato ricoperto dalla stessa persona solo in tre casi e ad interim: da Saverio Giulini (1965/66), da Giulio Campanati (1980/81), e da Cesare Gussoni, (dal dicembre 2006 al giugno 2007).