Premier, stretta sugli sponsor: stop accordi con società legate alla proprietà

Il massimo campionato inglese, il 21 novembre, voterà sul tema, per paura che accordi fuori mercato contribuiscano a falsare la competizione.

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(Photo by Stu Forster/Getty Images)

La Premier League vuole stringere le maglie nel campo delle sponsorizzazioni di aziende correlate alle proprietà dei vari club del massimo campionato inglese. In merito, le 20 società voteranno questo mese per inasprire le norme che regolano questo aspetto fondamentale che permette di reperire risorse esterne da investire poi in sede di calciomercato, per esempio.

Come riporta il Daily Mail, questa volontà dei club è diventata man mano più forte dall’entrata in scena del fondo saudita PIF, azionista di maggioranza del Newcastle. La concorrenza dei Magpies, che possono contare su una sconfinata ricchezza del proprio azionista di maggioranza ma anche dall’incremento significato in termini di ricavi da sponsorizzazione di società con sede in Arabia Saudita, ha iniziato a preoccupare le altre big inglesi.

Secondo la proposta, che deve essere ancora votata, prima di ricevere il via libera dalla lega, i vari club dovranno presentare diverse offerte per lo stesso tipo di contratto di sponsorizzazione. Quindi non basterà avere una singola offerta vantaggiosa per siglare un nuovo accordo di sponsorizzazione. La votazione, infatti, è prevista alla prossima assemblea di lega il 21 novembre e servirà un voto favorevole alla modifica di almeno 14 club.

I vari accordi di sponsorship, già ora, sono valutati e approvati dalla Premier League attraverso un processo che misura il valore di tale accordo come “equo” secondo le leggi di mercato. Rientra in questo l’accordo siglato dal Newcastle con Sela, che è diventato a giugno main sponsor per 25 milioni di sterline a stagione (al cambio attuale, 28,6 milioni di euro). Un contratto migliorativo rispetto all’attuale con Fun 88, ma significativamente più basso rispetto alle concorrenti.

Ovviamente con le nuove regole anche gli altri club, non solo il Newcastle, dovrebbero dimostrare di avere avuto altre offerte per lo stesso tipo di contratto di sponsorizzazione dimostrando di aver scelto il più remunerativo o comunque quello ritenuto più vantaggioso. Questo viene fatto per evitare che il mercato venga gonfiato da aziende molto vicine alla proprietà del club, se non addirittura società satellite, che andrebbero a incrementare i ricavi dei club stessi senza però rispecchiare un valore che rispetti le leggi del mercato e soprattutto fuori dai parametri.

A questo riguardo è già in corso una indagine sul Manchester City da parte della Premier League che sta visionando tutti i bilanci e gli accordi di sponsorizzazione del club dal 2009 al 2018, in cui ci sarebbero contratti con aziende che versavano decine di milioni di dollari. Secondo gli inquirenti, queste società erano state fondate appositamente dalla proprietà qatariota del club per riconoscere premi di sponsorizzazione e aggirare così il Fair Play Finanziario e potendo usufruire di risorse chiave per investire in sede di calciomercato.

Non solo nel campo delle sponsorizzazioni, ma in merito allo scambio di giocatori, la Premier League sta per adottare un nuovo regolamento per quanto riguarda i prestiti. Anche qui il passaggio di calciatori sarebbe vietato fra società che hanno un azionista in comune, che abbia riconosciuto un potere decisionale. Insomma, il Newcastle non potrà ottenere in prestito calciatori delle quattro società di cui il fondo PIF è azionista di maggioranza, l’Al Nassr, l’Al Hilal, l’Al Ittihad e l’Al Ahli. Quest’ultime potrebbero trattare liberamente con le altre società inglesi. Questo riguarda tutte quelle proprietà che hanno un altro club in giro per il mondo, si va dal City Football Group, che possiede anche il Palermo, al Chelsea di Todd Boehly che ha concluso l’acquisto dello Strasburgo in Francia.