A poco più di due mesi dalla decisione della Cassazione di spostare il processo sulla Juventus da Torino a Roma, le 20mila pagine sull’inchiesta Prisma sono approdate nella capitale. Toccherà ora ai magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini analizzare i faldoni e capire come muoversi nell’ambito dell’indagine.
Sono 12 le persone indagate, tra cui l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, l’ex dg Fabio Paratici e l’ex AD Maurizio Arrivabene, oltre al club bianconero come persona giuridica. Le accuse – a vario titolo – sono quelle di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e false fatturazioni.
Si riparte così da un ambiente giudiziario nuovo. Difficile – scrive Tuttosport – ipotizzare i tempi che si prenderanno i pm romani per analizzare il materiale giunto da Torino: sarà la stessa Procura a stabilire se ci sarà bisogno di un supplemento di indagine oppure se gli atti a disposizione sono sufficienti per decidere se procedere di nuovo con il rinvio a giudizio o se archiviare.
Qualora i nuovi pm ritenessero che ci sono i presupposti per andare a processo, si ripartirà dall’udienza preliminare interrotta a Torino in cui il Gup Mauro Picco aveva ammesso come parti civili il fondo libico Lafico, la Consob, il Codacons e il Movimento consumatori, respingendo le proposte di costituzione di parte civile contro la società Juventus, chiamata in causa in qualità di persona giuridica, prima di demandare alla Cassazione la decisione sulla competenza territoriale.
Sul fronte della giustizia sportiva, l’inchiesta Prisma per la Juventus e i suoi tesserati si è chiusa con multe e penalizzazione patteggiate a maggio, ma sul tavolo della Commissione federale, su impulso del procuratore Giuseppe Chiné, sono finiti anche i rapporti con gli agenti, che saranno giudicati il 22 dicembre.