Mentre il Comune di Milano aspetta una risposta definitiva da Inter e Milan sulla questione San Siro, i due club stanno provando ad accelerare sui rispettivi progetti, che li vedono coinvolti rispettivamente nei comuni di Rozzano e a San Donato.
I rossoneri, dopo aver comprato la società SportLife City, che ha i permessi per costruire sull’area San Francesco, hanno presentato al Comune di San Donato la variante urbanistica che presenta la realizzazione non solo dello stadio, ma anche di un museo, la nuova sede rossonera, un hotel e altre attività commerciali.
Al momento, il club di via Aldo Rossi è in attesa dei passaggi burocratici necessari. Ma la volontà dei rossoneri è chiara, come ammesso dal presidente Paolo Scaroni, ospite del Festival dello Sport a Trento: «Mi auguro di iniziare il campionato 2028 con il nuovo stadio. Una data non vicina, ma non neanche remota. Finalmente abbiamo trovato una soluzione che ci piace, occuperemo un’area chiusa tra l’Autostrada del Sole e la tangenziale di Milano. È molto adatta, con un’amministrazione comunale che ci sembra favorevole. Abbiamo presentato la domanda di modifica al piano regolatore, mi sembra che tutto stia andando nella buona direzione».
«Il Milan, inoltre, ha un azionista come RedBird che è un super specialista negli stadi, ne ha costruito dappertutto. Abbiamo il dovere di fare lo stadio più bello che si posa fare – ha continuato Scaroni -. E con una capienza di 70 mila spettatori, sarà anche una struttura aperta tutto l’anno. Non creiamo un centro commerciale, ma attività commerciali coerenti con lo sport. Una zona viva sempre, non solo durante le partite. Come club stiamo percorrendo con venti anni di ritardo quello che Inghilterra, Francia, Spagna e Germania hanno già fatto. Ci stiamo dotando di una struttura che ci renda competitivi nel calcio europeo».