La questione legata alla costruzione di nuovi stadi in Italia continua a tenere banco fra gli addetti ai lavori. Un problema, quello legato alla difficile realizzazione di diversi progetti che si sono susseguiti nel corso degli anni, che si pone a ogni latitudine: da Roma a Milano passando per Firenze. Il tema è molto caro al ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi.
Lo stesso ministro ha affrontato la questione a margine delle celebrazioni dell’evento “Sky 20 anni”: «Io generalmente parto dagli obiettivi, molto spesso ci si concentra sugli strumenti. Io ho ben chiaro l’obiettivo: contribuire insieme a tutti i soggetti coinvolti al miglioramento del capitale infrastrutturale calcistico e non soltanto quello. Ci stiamo occupando delle infrastrutture dal vertice alla base della piramide. Ci sono state esperienze virtuose di società che sono riuscite, in questi 20 anni, a coronare il loro sogno, industriale e anche al servizio della comunità. Qualunque ipotesi che favorisca il miglioramento delle infrastrutture, al di là degli Europei del 2032, va sostenuto, partendo dal presupposto che anche un commissario non stravolge le regole urbanistiche, deve rispettare le regole ma dà uniformità ai procedimenti».
«La competizione tra i club non si può trasferire anche tra le amministrazioni comunali o delle tutela dei beni architettonici, culturali e storici – ha continuato Abodi -. Io vorrei provare a elaborare un modello uniforme che consenta di raggiungere questo obiettivo. Il commissario? Vedremo. Mi preoccupo di tutti gli stadi del mondo professionistico e non solo. Troveremo una soluzione».
«Mi auguro non ci si concentri solo sul dibattito “commissario Si, commissario No”, ma ci si ritrovi sulla stessa posizione per migliorare infrastrutture e modi. Bisogna fare tesoro delle esperienze passate e dobbiamo anche essere un po’ fantasiosi, creativi e pragmatici, perché il tema è oggi, e io ho bisogno di mettere tutti nelle condizioni di assumersi delle responsabilità. Ne devo parlare all’interno del Governo, perché questo è un tema interdisciplinare che riguarda anche altri colleghi e il Governo nella sua collegialità. Quella del commissario speciale è una proposta e lavoreremo su questa come su altre, ma l’obiettivo è migliorare gli stadi», ha concluso il ministro.