Exor, per gli analisti potenza di fuoco da oltre 3 miliardi per investire

Secondo gli analisti si tratta di una potenza di fuoco per nuovi investimenti di oltre 3 miliardi da investire nel settore lusso, healthcare e tech.

Legali Elkann sequestro
John Elkann (Foto: Samantha Zucchi / Insidefoto)

Exor ha pubblicato nella giornata di ieri i risultati maturati nel primo semestre del 2023, che si è chiuso con un utile netto di oltre 2,1 miliardi di euro. Contestualmente, la holding della famiglia Agnelli-Elkann ha annunciato un programma di riacquisto di azioni proprie da 1 miliardo da realizzare entro dodici mesi: 250 milioni verranno utilizzati per acquistare azioni proprie sul mercato invece i restanti 750 milioni verranno utilizzati nell’ambito di un’offerta pubblica, dove gli azionisti qualificati di Exor potranno stabilire il prezzo a cui vendere le loro azioni, con un premio massimo fino a 10%.

Ai prezzi attuali si tratterebbe di comprare oltre il 5% del capitale che va ad aggiungersi al circa 3% comprato sul mercato da marzo 2022 a giugno 2023 spendendo 500 milioni. La controllante Giovanni Agnelli Bv si è impegnata a aderire all’operazione per un ammontare massimo di 250 milioni di euro, ufficialmente con l’intenzione di ridurre il debito, ma gli analisti di Equita non escludono che «parte del cash possa servire per liquidare alcuni dei soci».

«L’annuncio – proseguono gli analisti – è positivo in quanto comprare 1 miliardo di azioni proprie intorno al 40% di sconto per cancellarle, aumenta il NAV (Net Asset Value) del 5% circa e riteniamo contribuisca ad una riduzione dello sconto anche se per lo più temporaneo. Aggiornando il fair value degli asset non quotati (al primo semestre), il valore degli asset quotati e includendo il programma di riacquisto con cancellazione delle azioni acquistate, Il NAV è di circa 149PS e lo sconto sul NAV è quindi di 45%».

Commentando i risultati della holding (che tra le varie società controlla anche la Juventus) gli analisti concludono che «includendo gli investimenti annunciati e il nuovo buy-back (programma di riacquisto, ndr) per fine anno stimiamo debito netto intorno a 3 miliardi che si traduce in una potenza di fuoco per nuovi investimenti di oltre 3 miliardi da investire nel settore lusso, healthcare e tech».