Un’altra puntata della battaglia “eterna” tra FIFA e agenti dei calciatori. Tappa stavolta a favore dei procuratori. Il tribunale regionale di Dortmund – secondo quanto riportato da Tuttosport – ha adottato la disposizione provvisoria d’impedire al supremo ente calcistico di cambiare una lunga sequenza di specifiche normative del nuovo regolamento sugli agenti, che dovrebbe entrare in vigore completamente a partire dal prossimo 1° ottobre.
Nella fattispecie risultano sospesi:
- il limite degli onorari e la normativa degli accrediti
- il principio del pagamento a carico del cliente
- la proibizione della doppia rappresentanza
- l’obbligo d’informazione
- la normativa in merito alla divulgazione e pubblicazione
- l’obbligatorietà di rispettare e sottomettersi a giurisdizione e competenze stabilite dal Ffar (“FifaFootball Agent Regulations”)
- l’obbligo del pagamento degli onorari attraverso la Camera di Compensazione della FIFA
Così da Zurigo l’organo presieduto da Infantino ha deciso, onde evitare qualsiasi ambiguità e incertezze legali per l’interesse del calcio, di sospendere retroattivamente tutte le applicazioni del nuovo regolamento relativo a ogni transazione vincolata al mercato tedesco in entrata o in uscita da o verso qualsiasi club di qualsiasi federazione mondiale.
Sospesa anche l’imposizione per la federcalcio tedesca di adottare un regolamento nazionale sugli agenti. Il verdetto fungerà eventualmente da apripista per scatenare a pioggia altri tribunali (soprattutto non europei) contro la FIFA. Va comunque ricordato che da Zurigo attendono con fiducia la sentenza della Corte Corte di Giustizia dell’Unione europea chiamata a stabilire se la nuova normativa sugli agenti sia legalmente corretta.
Il Tribunale con sede nel Granducato di Lussemburgo non ha tuttavia potere mondiale, bensì limitato appunto all’Ue. Ecco perché molte transazioni potrebbero in futuro partire da società di intermediazione reali o di comodo con filiali spostate da Stati europei a Paesiextra-europei. Così la FIFA è pronta a giocare la carta TAS, che peraltro si è già espresso con sentenza a favore dell’istituzione zurighese.