La riforma dello sport in Gazzetta ufficiale: ecco tutte le novità

Particolare attenzione sul tema del lavoratore sportivo che viene definito come la figura che «svolge verso un corrispettivo… le mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti tecnici della singola disciplina sportiva».

Abodi
Andrea Abodi (Image credit: Depositphotos)

Nella giornata di ieri è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo, con i decreti attuativi, la famosa, e tanto attesa riforma dello sport che diventa così legge.

Come riporta ItaliaOggi, il testo, in particolare, si concentra sul lavoro sportivo, entrato in vigore il 1° luglio di quest’anno. Ma non mancano le novità anche sugli altri quattro provvedimenti attuativi. Si tratta del secondo decreto correttivo sul lavoro sportivo, dopo quello approvato nell’autunno del 2022. E la motivazione principale di questi interventi risiede sull’impatto economico che le nuove norme avranno sul settore e, più precisamente, sulla necessità di mitigare questo impatto inserendo una serie di misure agevolative. Il tutto per garantire un «atterraggio morbido», come più volte sottolineato dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.

Il decreto, quindi, introduce una serie di agevolazioni e parecchie novità in tema di lavoro sportivo. Per prima cosa, si innalza da 18 a 24 ore il limite di tempo settimanale entro il quale una prestazione può essere considerata di lavoro autonomo, una proposta di modifica che era stata avanzata più volte negli ultimi mesi, in particolare durante il ciclo di audizioni parlamentari dedicate alla riforma che si è svolto tra aprile e maggio di quest’anno. A ciò si aggiunge la completa esenzione Inail per tutti i co.co.co, a cui si applicherà esclusivamente la tutela assicurativa obbligatoria. E sempre per i collaboratori coordinati e continuativi è prevista la non concorrenza ai fini Irap di tutti i compensi inferiori agli 85 mila euro annui.

I sostegni al settore arriveranno anche in ambito contributivo. Si tratta di uno degli aspetti maggiormente importanti della nuova riforma, visto che dovranno essere garantite tutele in questo senso anche negli sport dilettantistici, fino ad oggi praticamente esclusi da qualsiasi obbligo contributivo (gli sport dilettantistici in Italia sono tutti tranne calcio, basket, ciclismo e golf). Già prima del correttivo era prevista un’agevolazione in tal senso, ovvero uno sconto del 50% dei contributi fino al 2027.

A questo si aggiunge la nuova misura inserita nel nuovo decreto, che si traduce in un vero e proprio versamento economico alle associazioni più piccole. Nello specifico, si tratta del riconoscimento «di un contributo commisurato ai contributi previdenziali versati sui compensi dei lavoratori sportivi, titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, erogati nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre 2023 alle associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nel Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche di cui al capo I del decreto legislativo 28 febbraio 2021 n. 39, che nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di erogazione del contributo hanno conseguito ricavi di qualsiasi natura, non superiori complessivamente a euro 100.000». Sarà un decreto del ministero dello sport a definire i dettagli dell’agevolazione.

Un altro chiarimento importante presente nel correttivo riguarda le «mansioni» e il riconoscimento della figura di lavoratore sportivo. Il decreto stabilisce infatti che «è lavoratore sportivo ogni tesserato… che svolge verso un corrispettivo… le mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti tecnici della singola disciplina sportiva, tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva». Questa dicitura era presente già nella versione approvata in via preliminare alla fine di maggio e portò alcune realtà del movimento a stilare dei mansionari un po’ «fantasiosi», in cui venivano inserite figure non proprio necessarie all’attività sportiva (come l’addetto stampa, ad esempio). La versione finale del decreto, per chiarire questo equivoco, stabilisce che le mansioni necessarie per lo svolgimento dell’attività sportiva saranno inserite in un elenco tenuto dal ministero.