Raccogliere manifestazioni di interesse da parte di possibili investitori per rimettere a nuovo San Siro e i 280 mila metri quadrati di città che lo circondano. È questa una delle ipotesi a cui sta lavorando il Comune di Milano, un piano B – scrive l’edizione milanese de La Repubblica – da mettere a punto quando e se Milan e Inter diranno ufficialmente addio al progetto del nuovo stadio a Milano.
I due club non hanno ancora mandato agli uffici comunali la “disdetta” del dossier. Temporeggiano, aspettando che il Comune scriva cosa succederà al Meazza ora che la Sovrintendenza ha anticipato la volontà di vincolare il secondo anello a partire dal 2025. Il cruccio di sindaco e giunta ora è quello di trovare chi si prenda la briga di un eventuale recupero del Meazza, con annesso restyling di mezzo quartiere.
«Chiederemo alle squadre di pronunciarsi quanto prima sulle loro intenzioni, intanto noi ci metteremo immediatamente al lavoro per valutare se ci sono soggetti interessati, preparando anche un piano di rigenerazione nel solco dello studio d’area Mosaico San Siro», ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi. Un disegno che traccia le linee guida per mettere mano al quartiere tra nuovi spazi pubblici e servizi, recupero degli edifici dismessi e sistemazione dei caseggiati popolari che si affacciano su piazza Selinunte e dintorni.
In seguito, «parleremo con la Sovrintendenza per avere ben chiaro come incide, nella pratica, il vincolo semplice». Nel documento firmato da Emanuela Carpani e dagli altri dirigenti territoriali del ministero, sono infatti spiegate le motivazioni che hanno portato al parere sul vincolo, ma non le conseguenze. Da queste dipenderanno margini di manovra che avrà chi mai vorrà investire nell’operazione San Siro.
Ci si chiede inoltre se almeno una delle due squadre — l’Inter soprattutto — non decida alla fine di restare al Meazza. Sarebbe l’auspicio del sindaco, ma per come stanno le cose oggi, la società nerazzurra non ci pensa proprio. Dovrebbe arrivare un investitore dal ricco portafoglio, ed è proprio ciò a cui il Comune dà la caccia.