Come è cambiata la galassia degli Agnelli-Elkann dopo l’affare Philips? Ieri infatti Exor, holding di famiglia, ha annunciato l’operazione attraverso cui ha acquisito il 15% di Philips, per un valore pari a circa 2,6 miliardi. Una acquisizione che va ad aggiungere così un nuovo investimento a una galassia già particolarmente corposa.
Gli investimenti della dinastia Agnelli-Elkann vengono gestiti a partire dalla Giovanni Agnelli Bv, la cassaforte di famiglia. Una società che ha come unico investimento quello in Exor (con una quota del 52,01% e diritti di voto per l’85,9%) e in cui possono entrare solo i discendenti di uno dei vari rami della dinastia Agnelli-Elkann-Nasi discendenti dal Senatore Giovanni Agnelli (tra i fondatori della Fiat) da cui prende il nome.
Chi sono gli azionisti quindi della Giovanni Agnelli Bv? La maggior parte delle azioni è in mano alla Dicembre degli eredi di Umberto Agnelli, ovverosia in ultima istanza John, Lapo e Ginevra Elkann, che hanno il 38% della Bv. A seguire i diversi rami della famiglia, tra i quali anche quello legato ad Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus.
Gli azionisti della Giovanni Agnelli BV
- Dicembre (John Elkann e eredi Giovanni Agnelli) – 38%
- Ramo Maria Sole Agnelli – 12,32%
- Ramo Umberto Agnelli (Andrea Agnelli e Anna Agnelli) – 11,85%
- Ramo Giovanni Nasi – 8,79%
- Ramo Laura Nasi-Camerana – 6,26%
- Ramo Susanna Agnelli – 5,11%
- Ramo Cristiana Agnelli – 5,05%
- Ramo Clara Nasi-Ferrero di Ventimiglia – 3,53%
- Ramo Emanuela Nasi – 2,58%
- Ramo Clara Agnelli – 0,27%
- Azioni proprie – 6,93%
La Giovanni Agnelli Bv e gli investimenti di Exor
Come detto, la Giovanni Agnelli Bv ha come unico investimento quello in Exor. La holding, guidata dal ceo John Elkann, negli ultimi anni ha diversificato i suoi investimenti, puntando in particolare su moda, tecnologia e salute, accanto alle controllate storiche come Juventus, Ferrari e Stellantis (nata dalla fusione tra FCA, ex Fiat, e Peugeot), passando anche da CNH e Iveco, oltre alle startip e agli investimenti attraverso Lingotto e Ventures.
Una galassia che come detto ha visto aggiungersi Philips. E potrebbe non essere finita qui. Nel novembre 2022 infatti John Elkann spiegò in una presentazione agli azionisti che Exor disponeva di circa 6,5 miliardi di cash (“firepower”, “potenza di fuoco”) per acquisizioni: 5 miliardi per nuove società da acquisire (potenzialmente una società di grandi dimensioni, alle quali aggiungere tra le tre e le cinque società minori, con focus sui settori salute, lusso e tecnologia) e 1,5 miliardi per investimenti di Lingotto e Ventures. E la prima operazioni è stata così l’acquisizione del 15% di Philips, che porta la potenza di fuoco di Exor a circa 3,9 miliardi di euro per ulteriori affari.