Il gruppo Ferrero si conferma ancora una fabbrica di dividendi per gli azionisti. Il gruppo infatti, noto per la produzione di prodotti dolciari come la Nutella, i Kinder e i Rocher, ha ottenuto consistenti profitti nel 2022 attraverso le sue tre holding lussemburghesi (Bermic, Gmbf e M2J Holding) che fanno parte della catena di controllo di Ferrero International, posseduta al 100% dalla holding Schenkenberg.
Nel 2022, le tre società hanno generato profitti complessivi di 515,5 milioni di euro. Tuttavia, c’è stato un calo del 18,7% rispetto all’anno precedente, quando i profitti erano stati di 634,4 milioni di euro.
La società con il maggior profitto è stata Bermic (dall’abbreviazione dei nomi dei figli di Giovanni Ferrero: Bernardo e Michele), con un utile di 375 milioni di euro con asset per complessivi 16,4 miliardi di euro, seguita da Gmbf (che rappresenta Giovanni Ferrero stesso, i suoi figli e il cognome) con 43 milioni di euro e asset per 6,4 miliardi e M2J Holding (dalle iniziali dei figli di Pietro Ferrero: Marie Eder, Michael e John) con 97,5 milioni di euro e asset per 5,5 miliardi.
Nel 2022, Giovanni Ferrero ha razionalizzato la catena di controllo della Schenkenberg, con Gmbf che ha assorbito la Hamilton Management, che a sua volta possedeva una parte delle azioni di Schenkenberg. Inoltre, le società Bermic e Gmbf hanno una partecipazione nella società belga Cth Invest, che a sua volta gestisce la “Ferrero parallela”, un gruppo creato da Giovanni Ferrero sette anni prima.
La holding belga ha effettuato numerose acquisizioni nel settore alimentare, tra cui i biscotti Delacre in Belgio, i frollini al burro Kelsen in Danimarca, i biscotti da tè Fox’s nel Regno Unito, le caramelle gommose Ferrara Candy e alcune attività della Nestlé negli Stati Uniti, e un produttore di gelati industriali in Spagna.