Il Premio Stromboli, kermesse di arti visive e musicali, moda e sostenibilità sotto la guida di Fabio Weik, curatore della mostra Adattamento Complesso Naturale, ha radunato nella isola delle Eolie numerose personalità del mondo dell’arte, della tv e dell’economia.
Nell’isola che è stata cara a Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, Calcio e Finanza ha incontrato Stefano Rosso, presidente del brand di moda Maison Margiela nonché dal 2018 presidente del LR Vicenza, oltre a essere figlio di Renzo Rosso, patron del gruppo OTB (del quale sia il marchio Maison Margiela che il LR Vicenza fanno parte).
Il Premio Stromboli è stata quindi l’occasione per fare il punto sulla situazione della squadra veneta, non solo in termini sportivi ma anche sotto l’aspetto delle prospettive economiche e di marketing del club biancorosso che attualmente milita in Lega Pro. Nell’era Rosso, dalla proprietà infatti non sono mancati gli investimenti, in termini di versamenti in conto capitale (oltre 22 milioni in 4 esercizi) per le casse della società veneta.
Domanda. Presidente Rosso, la scorsa stagione la corsa della sua squadra si è interrotta ai play off (eliminati dal Cesena nei quarti dei playoff). Qualche rammarico?
Risposta. Molti. Eravamo partiti con l’ambizione di poter tornare direttamente in Serie B ma invece nel corso del campionato ci sono state difficoltà impreviste. Abbiamo cambiato tre allenatori (Baldini, Modesto e Thomassen, ndr) ma siamo riusciti a qualificarci ugualmente per i play off dove siamo stati oggettivamente sfortunati uscendo per due pareggi, entrambi per 0-0.
Quali sono state queste difficoltà? A che cosa le ascrive?
Osservando la stagione a ritroso penso che avessimo un’ottima squadra ma che sia mancata sotto il profilo dell’esperienza. Probabilmente ci sono mancati quei giocatori che nei momenti di difficoltà riescono a trasmettere al gruppo l’idea di tenere la barra dritta, resistere e portare a casa il risultato tra mille avversità. Non a caso abbiamo ottenuto vittorie eclatanti anche contro le grandi e poi perso punto contro squadre di bassa classifica che erano inferiori ai noi. Questi sono i punti che ci sono mancati per la promozione diretta alla serie superiore. Poi nei playoff il barrage è infernale e tutto può succedere, anche di essere eliminati per due pareggi.
Ora avete affidato la squadra ad Aimo Diana, che dopo la carriera da giocatore, ha intrapreso con successo quello di allenatore, riuscendo nella scorsa stagione a riportare la Reggiana in Serie B. Quali sono le prospettiveper la stagione che va a iniziare?
Noi dobbiamo cercare di salire in Serie B nel minor tempo possibile. Pertanto, anche quest’anno partiamo con l’idea di ambire alla promozione diretta. Il nostro progetto a medio termine è ambizioso e quindi dobbiamo iniziare col portare il LR Vicenza laddove, per storia e blasone, merita di stare.
Sarà una campagna acquisti sostanziosa quindi?
Sarà un mercato mirato. Nel senso che andremo a ricercare quei profili di esperienza che come dicevo pensiamo ci siano mancati la scorsa stagione. Tutto questo per avere un andamento più continuo e non perdere quei punti che alla fine del torneo possono costare moltissimo. Nello stesso tempo però anche per un club che, per quanto appartenga a un gruppo solido come OTB, è sempre necessario dare sempre un occhio al bilancio.
Si spieghi meglio.
Nel senso che se ci saranno opportunità di metter a segno plusvalenze significative valuteremo la situazione. Anche perché se club di categorie superiori ti chiedono un giocatore è difficile trattenerlo in Lega Pro. Questo detto, però, l’obiettivo è quello di rafforzare la rosa per puntare alla promozione.
Per quanto concerne le plusvalenze il vostro settore giovanile vi dà una grande mano, visto che state ottenendo risultati eccellenti.
È vero. Quando si guarda alla situazione di un club si tende istintivamente a concentrarsi sui risultati della prima squadra. Allargando il focus però ci inorgoglisce moltissimo il fatto che due nostre rappresentative giovanili, la Under 16 e la Under 17, siano arrivate alla finale scudetto. Per altro la Under 17 ha vinto il tricolore. Però attenzione. Noi vediamo il nostro settore giovanile come un elemento di grande speranza per l’evoluzione del nostro progetto di sviluppo e non come mezzo per realizzare plusvalenze. Poi, come dicevo, se in questo momento un club di categoria superiore chiede un giocatore diventa difficile trattenerlo.
STADIO E NON SOLO, I PIANI PER IL VICENZA
Entriamo nello specifico del progetto per il medio termine. Che cosa prevede il piano nei dettagli?
Guardi, Vicenza è una città di 110mila abitanti e ha una provincia, che il suo bacino di utenza naturale, di 860mila persone. Inoltre è una zona ricca, ci sono molte aziende e imprenditori di successo con un pil pro capite tra i più alti in Italia. Non solo, ma parlando nello specifico del LR Vicenza, il club gode di una passione incredibile da parte dei tifosi. Sarà per risultati ottenuti nei decenni (il Lanerossi di Paolo Rossi allenato da Giovan Battista Fabbri sfiorò lo scudetto nel 1977/78 e lo stesso club nel proprio settore giovanile un certo Roberto Baggio, ndr) ha un fortissimo legame con il territorio. Pensi che in serie C noi abbiamo 7mila abbonati. Sono numeri che alcune società faticano ad ottenere in Serie A. Su queste basi è legittimo essere ambiziosi.
E questo che cosa significa nel concreto?
Significa che necessariamente dobbiamo almeno tornare in Serie B nel minore tempo possibile. In un secondo momento avendo quelle basi economico-sociali di cui sopra l’ambizione è quella della Serie A nel medio termine. In questo senso stiamo molto attenti a quelle che possono essere definite le best practice dalle quali poter imparare.
Si spieghi meglio.
Come le spiegavo, siamo una provincia ricca e con un bacino di utenza di tifosi molto fedele. Siamo quindi una di quelle province italiane la cui squadra di riferimento, se gestita al meglio, può aspirare alla massima serie. In questa ottica è evidente che l’Atalanta rappresenta l’eccellenza, ma sono molti i casi virtuosi. Pensi per esempio al Frosinone o alla SPAL di pochi anni orsono, quando nel breve volgere di due stagioni, i ferraresi hanno fatto il salto doppio dalla Serie C alla Serie A. Mantenendo la massima categoria per qualche stagione, prima che poi le cose iniziassero a girare male per loro in termini sportivi.
L’Atalanta, oltre ad avere il suo noto settore giovanile, sta marciando in maniera spedita verso il nuovo stadio. Voi avete progetti in questo senso?
La risposta è sì. Ed esattamente come la società dei Percassi, anche la nostra idea è quella di ristrutturare al meglio lo stadio l’attuale, il Romeo Menti. Il nostro impianto è vetusto ma se riammodernato in maniera adeguata e intelligente ha grandi vantaggi. Pensi che si può raggiungere a piedi in meno di quindici minuti dal centro cittadino.
La società già fatto passi in avanti su questo fronte?
Sì, abbiamo già svolto attraverso una società di consulenza uno studio di pre-fattibilità, che rappresenta un primo passo. Purtroppo, però, in questi mesi i costi delle materie prime e i tassi di interesse sono incrementati di molto, dunque si è reso necessario revisionare il progetto per aggiornarlo ai nuovi costi e siamo quindi in attesa.
Quale dovrebbe essere la capienza?
Attualmente il Menti può ospitare 10mila persone, l’idea è di portarlo a 15 mila. Ovviamente con tutti i maggiori confort che un impianto moderno deve poter garantire tenendo presente però che siamo in pieno centro urbano
Voi come OTB siete un gruppo di moda e quindi operate in un mondo nel quale il marketing e la comunicazione sono molto importanti. Deriva da lì la decisione di riportare il nome LR nella denominazione ufficiale del sodalizio.
Vero e siamo molto orgogliosi di questo. I tifosi allo stadio cantano cori con la parola “Lane”, la gente ha la “R” di LR tatuata sul corpo. Inoltre, è un nome che ci distingue dalle moltissime squadre che portano solo il nome della propria città. Non potevamo lasciare andare a mare tutta questa storia di passione popolare. Non certo da ultimo i due giocatori più forti che hanno giocato a Vicenza – due palloni d’oro, due eroi della Nazionale Italiana amati in tutto il mondo come Paolo Rossi e Roberto Baggio – hanno giocato nel Lanerossi Vicenza non nel Vicenza. Nell’immaginario collettivo la loro immagine è quella con la casacca biancorossa con la R sul petto.
Ha citato un monumento del calcio mondiale come Paolo Rossi. Che cosa significa per voi e per la città?
È la nostra bandiera sotto tutti i punti di vista. Amato da tutti, affidabile, intelligente e mai sopra le righe o con una parola fuori posto. Ha portato per primo il Lanerossi e della città nel mondo. Non a caso è stato nel nostro cda sino al giorno infausto in cui il destino lo ha portato via a tutti noi. E per noi dirigenti di questa società la sua scomparsa è stata, oltre al dolore umano, una perdita di competenza e di capacità incommensurabile.