Inter, il nodo crediti e fideiussioni sulle operazioni di mercato in Italia

C’è anche il tema delle garanzie per il club nerazzurro sulle vicende legate alle operazioni di mercato in Italia.

Seconda squadra Inter
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

C’è anche il nodo delle fideiussioni a complicare il mercato dell’Inter. Come riportato da Tuttosport, infatti, tra i temi che rendono difficile operare in particolare in Italia c’è infatti l’impossibilità di spendere non avendo crediti per operare sul mercato interno.

L’opzione per poter aggirare il problema sarebbe quella di coprire la spesa depositando una fideiussione bancaria a garanzia. Una pratica che tuttavia il club nerazzurro ha deciso, sin dai tempi di Thohir, di non utilizzare in quanto ritenuta sconveniente dalla proprietà.

Questi crediti in camera di compensazione per poter operare sul mercato interno possono essere accumulati soltanto con operazioni realizzate con club italiani (quindi non affari con società estere): ad esempio, così, quanto incassato dalla cessione di Pirola alla Salernitana è stato subito utilizzato per riscattare Acerbi dalla Lazio.

Un tema per cui tuttavia emerge maggiormente nelle operazioni in cui la controparte dell’Inter vuole monetizzare a titolo definitivo oppure nel caso in cui il giocatore sia a scadenza nel 2024 e non si possa quindi procedere ad operazioni in prestito con diritto oppure obbligo di riscatto.

L’operazione Frattesi, spiega ancora Tuttosport, potrebbe così replicare quella realizzata dal club nerazzurro con il Cagliari per Barella, conclusa con un prestito oneroso da 12 milioni, 25 milioni per l’obbligo di riscatto e altri 11 milioni di bonus alcuni facili da raggiungere. E, in tal senso, la cessione di Mulattieri, anche scorporata dall’affare Frattesi, al Sassuolo per 7/8 milioni consentirebbe all’Inter di avere i crediti necessari per garantire un prestito con obbligo di riscatto.